Un unico coro dall’Aula della Camera per dire “sì” all’istituzione del reato per le vendette telematiche, con pubblicazione di immagini intime della persona dalla quale si ritiene di avere subito un’offesa, il revenge porn.
La porno vendetta, per la quale Tiziana Cantone, uccisa prima dal web e ‘costretta’ per la vergogna a togliersi la vita nel 2016, dopo che un video che la ritraeva fece il giro della rete e fu condiviso e inviato sui social migliaia di volte, d’ora in poi sarà sanzionata con la reclusione ed un’ammenda salata.
Cosa prevede l’emendamento
Approvato con 461 voti a favore e nessun contrario, Tutti in piedi i deputati di Pd e Fi. Carcere fino a 6 anni, multa da 5000 fino a 15mila euro per chiunque invii, consegni, ceda, pubblichi o diffonda immagini o video di organi sessuali o a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate.
La stessa pena si applica a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o il video, li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso delle persone rappresentate al fine di recare loro nocumento.
La pena è aumentata se i fatti sono commessi dal coniuge, anche separato o divorziato, o da una persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se i fatti sono commessi attraverso strumenti informatici o telematici. La pena viene poi aumentata da un terzo alla metà se i fatti sono commessi in danno di persona in condizione di inferiorità fisica o psichica o in danno di una donna in stato di gravidanza. Il delitto viene punito a querela della persona offesa. Il termine per la proposizione della querela e di sei mesi. La remissione della querela può essere soltanto processuale.
L’emendamento della commissione al ddl sul codice rosso è stato accolto da un applauso, con i deputati Fi e Pd tutti in piedi a battere le mani. Anche M5S esulta: “Portiamo in Aula un emendamento della Commissione presentato dalla relatrice Stefania Ascari e condiviso da tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione. Felici per aver trovato questa intesa”, scrive in una nota la presidente della Commissione Giustizia alla Camera, Francesca Businarolo.
Insomma, pace fatta tra Lega e M5S dopo le scintille della settimana scorsa. E alla fine di un sotterraneo braccio di ferro con i 5 stelle, la Lega ha deciso di ritirare l’emendamento sulla castrazione chimica, vecchio pallino di Salvini, per non bloccare il ddl Codice rosso.
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