E’ andato in scena ieri sera in un Bernabeu con il vestito delle grandi occasioni il primo atto della semifinale di Champions League tra Real e Bayern, considerato a ragione la finale anticipata, e si è chiuso con la vittoria di misura, 1-0, per le “merengues” di Carlo Ancelotti. Il tecnico emiliano completa così una settimana da favola, iniziata con il successo in Copa del Rey tanto più appagante in quanto ottenuto a spese dei nemici storici del Barça e conclusa ieri con una vittoria in cui non molti credevano contro un’altra rivale storica dei castigliani, quel Bayern che tante amarezze aveva regalato ai sostenitori della “casa blanca”, presentatosi con un biglietto da visita da far tremare i polsi (Bundesliga già in ghiacciaia da settimane, Supercoppa europea e Mondiale per club conquistati già in avvio di stagione e pass per la finale di Coppa di Germania già al collo) e guidato da un tecnico, Guardiola, che da queste parti non evoca nulla di buono. A fronte di cotanto avversario, il grande entusiasmo e il tasso tecnico individuale elevatissimo dei padroni di casa, pur con qualche dubbio di troppo circa le condizioni fisiche di CR7 e Bale, poi impiegati in staffetta da Ancelotti.
La partita ha seguito un canovaccio ben preciso: Bayern a sfoggiare il tiki taken importato dalla Catalogna e rivistato in salsa bavarese. Real in visibile soggezione. E per i primi 19′ l’assoluta padronanza del campo degli ospiti fa passare quasi inosservata l’assenza di reali pericoli per Casillas. Poi, all’improvviso, la fiammata del Real con Cristiano Ronaldo, costretto ad arretrare per toccar boccia, a trovare Coentrao con un tracciante laser, e l’ex Benfica, che sfonda velocissimo sulla sinistra, tagli tutta l’area per il cecchino Benzema che non deve far altro che spingere in fondo al sacco.
E’ il momento di maggior difficoltà per i tedeschi che accusano vistosamente il ceffone e concedono, in rapida successione, altre due nitide occasioni ad un ringalluzzito Real ma CR7 fa capire perchè si dubitava della sua presenza: un colpo di testa non risolutivo e una palla (rimbalzatagli male davanti, va detto) alzata sopra la traversa da posizione di tutto comodo. E’ il segnale che qualcosa nel meccanismo apparentemente perfetto di Guardiola non va. Il Bayern continua a tener palla ma senza pungere e la frazione si chiude con un’altra grande occasione sciupata da Di Maria.
Il secondo tempo non offre un copione granchè differente con il Real che continua a creare pericoli in ripartenza e un Bayern che sembra addirittura rallentare il ritmo del giro palla. E’ sempre Ronaldo ad andare pericolosamente al tiro ma Neuer c’è. Sul versante tedesco, a fronte di un Robben molto vivace, si registra una certa staticità tra gli altri avanti in maglia rossa. La scossa arriva dalla girandola di sostituzioni avviata dal Pep che fa entrare Javi Martinez, Gotze e Muller. Saranno proprio questi ultimi due a far tremare il Bernabeu con una conclusione (deviata) di Muller di pochissimo a lato e con una conclusione a botta sicura dell’ex Borussia Dortmund su cui Casillas oppone un riflesso miracoloso. Nel concitato finale, con il Bayern in pieno forcing, sempre Muller, assistito da una torre di Mandzukic (per il resto in ombra), viene ostacolato al momento di girare in porta per un 1-1 che sembra nell’aria, da Xabi Alonso fa gridare al rigore tutta la panchina dei campioni d’Europa. Ma Webb interpreta, forse, nel modo più corretto il contatto (lo spagnolo è in vantaggio sul pallone rispetto al tedesco). I dubbi rimangono ma l’arbitro inglese non ha esitazioni. E’ l’ultima emozione della gara.
Finisce così con un vantaggio minimo per i 9 volte campioni d’Europa il 1° round di una sfida che promette anche più emozioni tra 6 giorni all’Allianz Arena. Indipendentemente dall’esito del retour match, Carlo Ancelotti può dirsi soddisfatto per aver finalmente vinto la diffidenza, sempre un pò strisciante, da parte di Perez e dei soci madridisti. In soli 7 giorni ha rivoltato una stagione che, ad un certo punto, sembrava divenuta interlocutorio. Il tecnico italiano ha dimostrato che il suo Real è in grado di alzare il proprio livello anche nelle occasioni che contano.
E’ altrettanto doveroso, però, sottolineare come non si sia trattato di una vittoria del “modello” Ancelotti su quello Guardiola perchè ambedue hanno disposto le proprie “creature” secondo il rispettivo credo ed entrambe le squadre hanno rispettato alla lettera i loro dettami. La differenza l’ha fatta, probabilmente, il calo di tensione accusato dal Bayern dopo essersi assicurato la Bundesliga con abissale anticipo cui il Real ha potuto opporre un rinnovato entusiasmo per una Liga riaperta e una Copa del Rey sollevata di fronte ai blaugrana.
E sarebbe anche ingiusto bollare questa partita come “fotocopia” di quella giocata il giorno prima dal Chelsea di Mourinho al Calderòn contro l’Atletico. Lo Special One, lui sì “italianista” nell’accezione più deteriore del termine, ha deliberatamente rinunciato a qualsiasi ipotesi di ripartenza. Il Real di Ancelotti no. Anzi, ha avuto più occasioni dello stesso Bayern. Fermo restando che è di tutta evidenza il divario tra la pur ammirevole formazione “colchonera” e la corazzata tedesca, in grado di imporre il proprio gioco contro il Real come contro qualunque altro rivale.
Per il ritorno, comunque, giochi ancora apertissimi per tutte e quattro le semifinaliste.
Daniele Puppo
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