Sull’aborto, tema delicato e scottante da sempre per la Chiesa cattolica, sempre schierata in difesa della vita, Papa Francesco ha deciso di aprire uno spiraglio di dialogo passando per il perdono. Lo ha annunciato mons. Rino Fisichella, capo del dicastero vaticano della Nuova Evangelizzazione e coordinatore degli eventi dell’Anno Santo straordinario. I “Missionari della Misericordia”, sacerdoti che il Papa invierà nelle diocesi durante il prossimo Giubileo, potranno assolvere dal peccato di procurato aborto. Perdono “a tutte le condizioni – come ha spiegato mons. Fisichella all’agenzia Ansa -. L’aborto è un peccato riservato come tale, perché il vescovo può già concedere di sua iniziativa la facoltà di perdono nelle diocesi, la concede normalmente al canonico penitenziere, e a volte la allarga anche agli altri sacerdoti. In questo caso il Papa la dà anche ai missionari”. Alla domanda se questo sia un fatto nuovo, mons. Fisichella ha sottolineato che “è nuova la fisionomia dei missionari, e quindi diventa nuovo ciò che viene dato loro per esplicitare il loro mandato. Ma rimane l’esigenza di manifestare il perdono”.
Il capo dicastero vaticano ha anche evidenziato che la facoltà di perdono riguarderà in confessione non solo la madre che ha compiuto l’aborto ma anche i medici, gli operatori sanitari e le altre persone che hanno collaborato a procurarlo.
Il giudizio della Chiesa Cattolica sull’aborto procurato e volontario è sempre stato il medesimo. La dottrina cattolica sul punto, “immutata e immutabile”, come confermato anche da Paolo VI, nella Humanae vitae, 1968, n. 14), che fonda il suo principio sulla legge naturale e sulla Sacra Scrittura, considera l’interruzione di gravidanza alla stregua di un omicidio. Un “delitto abominevole” (Gaudium et spes, n. 51) sminuito col tempo nella sua gravità . “Segno eloquente di una pericolosissima crisi del senso morale, che diventa sempre più incapace di distinguere tra il bene e il male, persino quando è in gioco il diritto fondamentale alla vita” (Evangelium Vitae, 1995, n. 58).
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