Da qualche settimana molte donne, orgogliose e felici della propria maternità, hanno cominciato a postare su Facebook le foto dei loro figli nominandosi a vicenda in una sfida senza soluzione di continuità. Sembra un giochino innocuo e assai tenero, ma in realtà cela un pericolo da non sottovalutare. Polizia Postale e avvocati sono intervenuti sul famoso social per fermare questa catena rischiosa soprattutto per i minori.
Non è la prima catena di Sant’Antonio che circola su Facebook e non è la prima che rischia di recare danni. Anni fa aveva già destato parecchio scalpore il fenomeno delle necknomination: il gioco consisteva nel filmarsi nell’atto di bere una bevanda alcolica tutta d’un fiato, pubblicare il video sul social e invitare altri due amici a fare lo stesso nell’arco delle successive 24 ore. La sfida degenerò al punto che divenne concausa della morte di 5 giovani tra Regno Unito e Irlanda.
Questa volta protagoniste della sfida sono le mamme. Da alcuni giorni circola su Facebook questo messaggio: “Sfida delle mamme. Sono stata nominata da xxxxx per postare 3 foto che mi rendano felice di essere mamma. Scelgo alcune donne che ritengo siano grandi madri. Se sei una madre che ho scelto copia questo testo inserisci le tue foto e scegli le grandi madri“. E le pagine del social hanno cominciato a riempirsi di simpatiche foto di bambini che giocano, dormono, mangiano, si divertono o piangono, suscitando in ogni caso grande tenerezza.
La sfida, all’apparenza innocua, fa in realtà leva proprio sull’ingenuità delle mamme e sulla falsa bontà del messaggio che veicola. Per primo un avvocato ha lanciato l’allarme dal proprio profilo facebook: “Mamme. Tornate in voi. Se i vostri figli sono la cosa più cara al mondo, non divulgate le loro foto in internet. O quantomeno, abbiate un minimo di rispetto per il loro diritto di scegliere, quando saranno maggiorenni, quale parte della propria vita privata condividere. Se questo non vi basta, considerate che oltre la metà delle foto contenute nei siti pedopornografici provengono dalle foto condivise da voi “.
All’accorato appello del legale ha fatto immediatamente seguito l’intervento su internet da parte della Polizia Postale e delle Comunicazioni che dal suo sito ha lanciato un vero e proprio allarme: “Il pericolo è quello dell’associazione del minore all’identità del genitore, o di altri familiari presenti nelle foto, e la conseguente ricerca e individuazione di dati personali per mettere in campo azioni illecite e fraudolente. Le opportunità offerte dal web sono infinite e talvolta si è portati a commettere, magari ingenuamente o con superficialità, azioni delle quali non si valuta attentamente la portata“.
I social network in sostanza costituiscono il luogo in cui emergono in continuazione nuove ed insospettate modalità di adescamento di minori e di circolazione di materiale pedopornografico. Secondo fonti della Polizia: “Nel corso del 2015 sono stati operati 67 arresti e 485 denunce per adescamento di minori online, produzione, diffusione e commercializzazione online di materiale pedopornografico. Nel corso del medesimo anno sono state 221 le denunce ricevute dagli uffici della Specialità e, dalle complesse operazioni di prevenzione, è risultato che sono ben 17.283 i siti internet coinvolti“.
Cifre che fanno rabbrividire e farebbero venir voglia di far sparire immediatamente dalla rete qualunque foto possa ritrarre un bambino. Eppure non tutti sembrano convinti del pericolo e quando da una pagina facebook viene lanciato il concorso “Vota il bambino più bello”, a centinaia rispondono inviando le foto dei propri figli. Così un altro profilo afferente alla Polizia Postale lancia un nuovo appello: “La nostra casella messaggi è piena di richieste d’aiuto riguardo al furto di foto. Che fine faranno quelle foto? Ve lo siete mai chiesto? Quello che a volte può sembrare un gioco ingenuo per alcuni si è trasformato in un vero e proprio incubo“.
Nella sfrenata corsa alla condivisione, cui i sempre più numerosi social network ci spingono, non ci si può permettere di essere troppo benevoli né sprovveduti e forse di tanto in tanto potrebbe essere utile fermarsi a riflettere su ciò che vale davvero la pena sacrificare in favore di una maggiore visibilità.
Laureata in Lettere, amante dell’arte, dello spettacolo e delle scienze umane, autrice di testi di critica cinematografica e televisiva. Ha insegnato nella scuola pubblica e privata; da anni scrive ed esplora con passione le sconfinate possibilità della comunicazione nel web.
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