Sono arrivati alle prime luci dell’alba quando, anche nelle villette da abbattere, i proprietari dormivano.
E’ scattata stamattina, a via del Quadraro 110, l’operazione di abbattimento delle otto super ville appartenenti al clan Casamonica. L’azione predisposta dal Comune di Roma è stata fatta con grande dispiego di mezzi e uomini. Seicento vigili della Polizia Urbana, ruspe, auto, ambulanze hanno fatto sì che nelle prime ore del giorno, dopo anni di mancati interventi, si mettesse fine allo stato di illegalità di una famiglia che per lungo tempo ha gestito il malaffare della città, favorendo l’usura e pizzo. Una famiglia di delinquenti che ha potuto godere nel tempo di una sostanziale impunità, favorita da una inspiegabile quanto colpevole mancanza di presenza dello Stato.
L’operazione di stamattina rilancia con forza la necessità di un ripristino della legalità in una città che è anche capitale d’Italia e una delle capitali turistiche del mondo. Una città, è bene ricordarlo, che già sconta troppi deficit: da quello amministrativo a quello dell’ordine pubblico per finire al dramma dei rifiuti, dell’abbandono del verde e dei servizi sociali essenziali, realtà da troppo tempo abbandonate a se stesse e senza prospettive di rinascita nel breve e medio periodo.
Quello della delinquenza organizzata a Roma è solo uno dei problemi. Dei tanti problemi che affliggono questa città che in tanti, soprattutto all’estero, considerano la più bella del mondo.
Nell’attesa di una tanto agognata svolta che ridia alla Capitale la dignità ed il ruolo che le spettano, oggi un sindaco, in oggettive difficoltà politiche, ha deciso di giocare la carta della legalità agganciandosi al treno del consenso che il tema della sicurezza assicura. E a dare forza e legittimazione a questa scelta è arrivato stamane anche il ministro dell’Interno, impegnato sia sul fronte del rispetto della legge, sia su quello più delicato del confronto scontro con gli amici della maggioranza targati 5stelle.
“E’ finita la pacchia per i delinquenti – ha precisato il ministro dell’Interno presente alle operazioni della Polizia Locale per dare un chiaro segnale politico a quella che ha definito senza enfasi “una svolta” nei confronti di chi non rispetta la legge: “stiamo riportando pezzi di città alla legalità – ha dichiarato Salvini – le regole tornano ad essere rispettate”.
E nelle stesse ore in cui si dava il via all’operazione del Quadraro, il ministro dell’Interno ha rilanciato la questione sul piano politico. Da qui quell’ultimatum ai colleghi pentastellati: il decreto Sicurezza deve passare entro il 3 dicembre “o salta tutto”, ha dichiarato Salvini. E si profila così l’ipotesi che il Governo porrà la fiducia sul testo atteso in aula alla Camera il 23 novembre.
Salvini dunque non recede di un passo dalla linea politica che pone la questione Sicurezza come “la maggiore priorità del Paese”. Ma è anche evidente la consapevolezza del vicepremier che il governo non cadrà certo sul Decreto Sicurezza. Il vero grande problema in questo momento era, e resta, la legge di bilancio e le contestazioni portate avanti dall’Unione Europea nei confronti del nostro Paese.
E.R.
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