Inchiesta CPI, valigie contenenti plutonio e cesio rubate a due esperti di sicurezza del Dipartimento dell’Energia. Mai ritrovate.
Una non precisata quantità di plutonio e di cesio è stata rubata da un SUV parcheggiato presso un hotel a San Antonio, in Texas. Il fatto risale al Marzo del 2017. Ad oggi le autorità statunitensi non hanno ancora ritrovato il materiale sensibile. Lo riporta una inchiesta di CPI – The Center for Public Integrity.
Nel marzo 2017 due esperti di sicurezza del Laboratorio Nazionale dell’Idaho del Dipartimento dell’Energia sono stati inviati a San Antonio, con il compito di prendere in consegna alcuni materiali nucleari pericolosi da un laboratorio di ricerca non profit.
Per assicurarsi di aver recuperato le sostanze giuste, i tecnici hanno portato con loro rilevatori di radiazioni e alcuni campioni per le necessarie calibrazioni: un disco di plutonio rivestito in plastica e un altro di cesio, un isotopo anch’esso altamente radioattivo. Il tutto, contenuto in valigie che i due tecnici avevano lasciato sul sedile posteriore di un SUV preso a noleggio e dal quale, durante una sosta in un hotel della Marriot appena fuori la Highway 410, sono state sottratte.
A distanza di oltre un anno né il plutonio né il cesio, di cui non si conosce l’esatta quantità sottratta, sono stati recuperati. Né la polizia di San Antonio né l’FBI hanno rilasciato pubbliche dichiarazioni circa questo incidente. La portavoce del Laboratorio Nazionale dell’Idaho, Sarah Neumann, ha in ogni caso affermato che il plutonio non basterebbe per essere trasformato in una bomba nucleare. Tuttavia, sottolinea l’inchiesta, questo materiale sensibile andrebbe ad ampliare il quantitativo scomparso nel corso degli anni dalle scorte di proprietà degli Stati Uniti: a differenza delle scorte per usi civili, che sono attentamente monitorate da apposite Commissioni, la gestione delle scorte militari curate dal Dipartimento dell’Energia è “molto meno trasparente”. Un approccio, questo, che non rispecchierebbe le intenzioni del governo USA: già nel Marzo 2016 l’amministrazione Obama aveva sottolineato come il controllo sui materiali utilizzabili per la realizzazione di armi nucleari fosse “una priorità nazionale”.
Nell’agosto 2017 il presidente Trump ha ribadito la posizione del suo predecessore, sottolineando come sia necessario “impedire che armi nucleari e materiali cadano nelle mani di terroristi e vengano usati contro di noi o in qualsiasi parte del mondo”. Una posizione riaffermata anche nel Nuclear Posture Review pubblicato dal Dipartimento della Difesa Usa lo scorso febbraio, in cui si sottolinea come sia prioritario contrastare “l’acquisizione illecita di un’arma nucleare, materiali nucleari o la tecnologia e le competenze correlate da parte di un’organizzazione violenta estremista”.
La realtà però sembra essere diversa, tanto da aver portato i funzionari a creare un acronimo per indicare la differenza tra il plutonio prodotto e quello effettivamente tracciabile da parte del governo: MUF, “material unaccounted for”, materiale disperso. Il personale dell’Idaho National Laboratory, il cui equipaggiamento è stato rubato, faceva parte del Programma di recupero di sorgenti radioattive che fa capo al laboratorio nazionale di Los Alamos nel New Mexico. Con un budget annuale di circa 17 milioni di dollari, il programma ha portato a recuperare, dal 1999, oltre 38 mila componenti radioattivi prestati a istituti di ricerca, università o ospedali, con una media di 70 missioni di recupero l’anno.
Nessuno Stato ha restituito un quantitativo superiore di materiali nucleari rispetto al Texas, che ne ha riconsegnati 8566. Eppure, nel caso in questione, la polizia di San Antonio rimase scioccata dal fatto che gli esperti dell’Idaho non avessero preso più precauzioni. “Non avrebbero mai dovuto lasciare uno strumento sensibile come questo incustodito in un veicolo”, ha detto Carlos Ortiz, portavoce del Dipartimento di Polizia di San Antonio. L’hotel Marriot, infatti, è stato teatro di 87 furti tra il 2016 e il 2017. Inoltre, uno degli specialisti dei Laboratori Nazionali dell’Idaho, avrebbe riferito alla polizia “che non era una quantità importante o pericolosa” di plutonio. Tanto sarebbe bastato per chiudere le indagini ed evitare di “inseguire un fantasma”.
Peccato che non servano quantità eccessive di materiale nucleare per costruire un’arma nucleare: basterebbero poco più di 2 chili di uranio arricchito per realizzare un ordigno funzionante letale.
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