La povertà in Italia è un dato inversamente proporzionale all’età: i figli stanno peggio dei genitori, i nipoti dei nonni. Più che i pensionati, oggi sono i giovani i nuovi poveri e la categoria piu’ a rischio: il dato emerge dal rapporto di Caritas italiana sulla povertà e l’esclusione sociale, presentato oggi a Roma. In evidenza, su tutti, un dato: un giovane tra i 18 e i 34 anni su dieci vive in condizioni di povertà assoluta, cioè con appena un euro al giorno. Dal documento emerge che in Italia dal 2007 i poveri sono aumentati del 165,2 per cento. Nel nostro Paese oggi vivono quattro milioni e 742mila persone in situazione di grave povertà, quasi l’otto per cento della popolazione. In soli dieci anni l’incidenza della poverta’ tra i giovani è passata dall’1,9 al 10,4 per cento. Se poi si vanno a vedere i dati sui minori la situazione è ancora piu’ grave. Un milione e 292mila – il 12,5 per cento del totale – vivrebbero in povertà assoluta. Le famiglie non fanno eccezione a questa tendenza. Di quelle con tre o più figli minorenni, il 26,8 per cento vive in povertà assoluta. Sono 138mila i nuclei familiari e 814mila le persone in questo stato. Le difficolta’ maggiori si riscontrano però tra le famiglie di soli stranieri o miste, con un’incidenza della povertà assoluta rispettivamente del 25,7 e 27,4 per cento, mentre quando si tratta di famiglie di soli italiani la percentuale scende al 4,4.
I giovani che non vivono nella povertà non se la passano comunque troppo bene: la disoccupazione giovanile è del 37,8 per cento, in aumento di quasi il 20 per cento negli ultimi dieci anni. Questo elemento posiziona l’Italia tra gli ultimi Paesi dell’Ue, dove in media il tasso di disoccupazione giovanile e’ del 18,7 per cento, con un aumento medio nell’ultimo decennio del 3 per cento. L’Italia è anche il Paese europeo con il piu’ alto numero di Neet, giovani che non lavorano e non studiano. Secondo il documento, i Neet nel 2016 erano tre milioni e 278mila, il 26 per cento della popolazione tra i 15 e i 34 anni. A ritrovarsi in questa categoria più degli uomini sono le donne: il 56,5 per cento del totale.
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