A una settimana dalla tragedia di Rigopiano, il cui triste bilancio oggi è arrivato a 24 vittime e 5 dispersi, il premier Paolo Gentiloni ha riferito al Senato sull’emergenza terremoto e maltempo che ha colpito il Paese, annunciando per la prossima settimana un decreto per prevenire ritardi in interventi di emergenza.
L’idea è di assegnare “poteri straordinari a chi si occupa di emergenza e ricostruzione, ovvero alla Protezione Civile e al commissario per la ricostruzione”. Questo, per evitare “strozzature burocratiche”, e per dare ai cittadini un “segnale di accelerazione forte e chiaro”.
La riforma della Protezione civile: competenze, gestione e risorse. Palazzo Madama riprende quindi in mano il ddl delega sulla riforma del Servizio Nazionale, approvata dalla Camera nel settembre del 2015 e poi rimasta chiusa in un cassetto della Commissione Affari costituzionali. Il testo prevederebbe un accentramento delle funzioni a livello nazionale: in pratica, un maggior coordinamento tra le varie strutture regionali che trasferirebbero “alcune delle loro competenze” nella mani di un’unica sede centrale. Per quanto riguarda le risorse previste a questo scopo, l’intenzione è quella di accorpare in un unico provvedimento gli stanziamenti che ora si trovano divisi tra decreto Sud e nel Milleproroghe.
Già oggi il ddl sarà in Aula. Se Palazzo Madama lo approverà definitivamente, dovranno poi essere i decreti attuativi a definire la riforma del sistema entro la prossima settimana.
“La prossima settimana – ha concluso Gentiloni – vareremo un decreto. Nessuno immagini che sia un ritorno all’indietro, sarà un passo avanti e molto centrato nei suoi obiettivi“. Il decreto, ha spiegato il premier, “sarà mirato a intervenire in alcuni punti e gangli l’accumulo di ritardi che finora non ci sono stati ma potrebbero accumularsi nei prossimi mesi e che dobbiamo essere in grado di prevenire”.
“Le risorse ci sono: 4 miliardi nella legge di bilancio e altri ci saranno come ho anticipato personalmente al presidente della commissione europea Jean Claude Juncker“.
P.M.
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