Nello stesso giorno in cui Roberto Benigni si schierava a favore del sì al referendum costituzionale del 4 dicembre prossimo, M5S e Sinistra Italiana presentavano il loro ricorso al Tar del Lazio contro il testo del quesito referendario giudicato una vera e propria “truffa” per i votanti.
Nella scheda mancherebbero infatti alcuni punti fondamentali della riforma e non sarebbero specificati gli articoli ma semplicemente il titolo del ddl presentato dalla Boschi e approvato dalla Camera ad aprile 2016.
Scheda del referendum: uno spot per il sì. Il titolo che comparirebbe sulla scheda e contro cui già nelle settimane precedenti hanno infuriato le polemiche dei partiti di opposione del Comitato per il No è il seguente: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”. Già a fine settembre il testo in questione era stato definito dal leader di Forza Italia Renato Brunetta “uno spot per il sì”.
Benigni: “se vince il no, peggio della Brexit”. Intervistato da ‘Le Iene’, il regista premio Oscar per “La vita è bella” si schierava apertamente a favore della riforma portata avanti dal governo Renzi: “Se vince il no il giorno dopo ti immagini? Il morale va a terra – sostiene il premio Oscar, intervistato dalle “Iene” – peggio della Brexit. I costituenti stessi hanno auspicato di riformarla la seconda parte, poi c’è la maniera di migliorarla ma se non si parte… Non è come qualcuno dice la riformeremo dopo. No, non accadrà mai più”.
I primi 12 principi della Costituzione sono intoccabili e la prima parte, diritti e doveri, sono straordinariamente belli e intoccabili. La nostra Carta è la più bella del mondo – ha continuato Benigni – E’ stato un miracolo, i nostri costituenti ci hanno fatto volare e hanno illuminato le macerie. E così l’Italia si è rialzata. Per la seconda parte, però, già i costituenti auspicavano un miglioramento”.
Ma tutto questo evidentemente non vale per i senatori Crimi (M5S) e Loredana De Petris (Sinistra italiana) che oggi hanno presentato il ricorso. Ma sulla scheda contestata, fa sapere il Quirinale si era già espressa favorevolmente la Corte di Cassazione.
In relazione a quanto affermato in una nota di ricorrenti al Tar Lazio, in cui impropriamente si attribuisce alla Presidenza della Repubblica la formulazione del quesito referendario, si precisa che il quesito che comparirà sulla scheda è stato valutato e ammesso, con proprio provvedimento, dalla Corte di Cassazione, in base a quanto previsto dall’articolo 12 della legge 352 del 1970, e riproduce il titolo della legge quale approvato dal Parlamento”.
“Il M5S sfiora il ridicolo – ha commentato senatore renziano Andrea Marcucci – Il questito del referendum costituzionale del 4 dicembre è conforme alla legge. E’ davvero incredibile che gruppi parlamentari che non hanno presentato un emendamento per cambiare il titolo del disegno di legge in oltre due anni, oggi facciano un inutile ricorso al Tar”.
Ma a rincarare la dose ci ha pensato Beppe Grillo che, lasciando l’hotel Forum di Roma, ha affermato: “Non ho dubbi, leggete il Financial Times, vincerà il no perchè siamo in mano a bluffisti, a dei giocatori d’azzardo”.
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