Alle urne per il rinnovo delle cariche al governo di 7 regioni e di oltre mille comuni domenica 31 maggio: circa 22 milioni di italiani chiamati alle urne per scegliere i presidenti e i consigli di Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Campania e Puglia e i sindaci di poco più di mille Comuni. Seggi chiusi da ieri sera alle ore 23. Riaperti questa mattina alle 7 e fino alle 15 solo in Sicilia, dove si voca oltre che per la Regione anche in 53 comuni di cui due capoluoghi di provincia.
Per le Regionali ha votato un elettore su due (53,90%. contro il 64.13% del 2010); un po’ meglio per i comuni: 64,94% per le comunali (in precedenza l’affuenza era stata 73,51%), complice anche la festività del 2 giugno che ha dato a molti la possibilità di usufruire di un ponte tra l’ultimo fine settimana di maggio e il primo martedì di giugno.
E’ stato un voto sorpresa, soprattutto per quello che si ritiene essere il primo partito, il Pd: in Liguria Giovanni Toti, Forza Italia, sbaraglia le due candidate Pd e M5S e vince con il 34,5% delle preferenze. In terra patria il M5S va invece meno bene che altrove e si attesta come terza forza a livello regionale.
Il Veneto rimane alla Lega Nord di Luca Zaia (50.44%) che più che raddoppia i voti andati alla candidata Pd Alessandra Moretti (22,75%), mentre Flavio Tosi, sindaco di Verona, sfiora il 12% delle preferenze.
La Toscana rimane in quota Pd con Enrico Rossi che viene confermato al governo della Regione dal 48% degli elettori. Vince su Borghi, candidato della Lega appoggiato da FdI (20%). Ma quello che è più sbalorditivo per la regione, rossa da sempre, sono le preferenze assegnate al partito di Matteo Salvini che diventa secondo dopo il Pd, superando il 25%.
Nelle Marche vince Luca Ceriscioli (Pd) con il 41%, doppiando M5S (Maggi al 21,78%) e gli altri due candidati del centrodestra diviso.
L’Umbria conferma invece Catiuscia Marini con il 42,78%, anche se i voti conquistati dal sindaco di Assisi, Claudio Ricci, 39,27% (centrodestra), sono stati superiori alle aspettative.
In Puglia Michele Emiliano (Pd) vince col 47,39% su un centrodestra diviso tra Adriana poli Bortone (14,68%) e Francesco Schittulli (17,97%).
La Campania la conquista, sia pure di misura (41,1% contro il 38,4% del candidato di centrodestra Stefano Caldoro) Vincenzo De Luca, già sindaco di Salerno sfiduciato dagli esponenti salernitani del Movimento 5 Stelle a seguito della sentenza di condanna ad un anno per abuso d’ufficio e all’interdizione dai pubblici uffici, in relazione alla vicenda del Termovalorizzatore. De Luca fa anche parte della lista dei 16 candidati “impresentabili” alle elezioni regionali del 31 maggio, resa nota dalla Commissione parlamentare Antimafia presieduta da Rosy Bindi. “Denuncio la Bindi per diffamazione“, è stata la prima reazione di De Luca. Dopo la sua elezione a governatore della Campania si vedrà cosa succederà: il M5S, che è il primo partito nella Regione, ha giurato che non gli darà tregua. La Campania invece, si conferma ancora una volta terreno fertile per i brogli elettorali: su Fb il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, membro del direttorio M5S, ha raccomandato ai rappresentanti di lista 5 Stelle di far da sentinelle durante lo spoglio delle schede. “A Cardito (in Provincia di Napoli) hanno arrestato un presidente di seggio – ha spiegato Di Maio – Ad Ercolano hanno arrestato due individui che vendevano il voto al di fuori del seggio per 20 euro”. Stefano Caldoro, candidato del centrodestra, ha invece denunciano una eccessiva lentezza nell’affluenza dei dati dai seggi per lo spoglio delle schede regionali.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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