Ci sono oltre 35 miliardi di motivi per i quali l’Italia guarda con attenzione alla vicenda greca. Si tratta della cifra complessiva dell’esposizione del governo verso Atene e, considerato l’ammontare, porta il Paese al terzo posto tra i creditori della Grecia.
Una esposizione raggiunta negli anni tra prestiti diretti e partecipazione ai sistemi di salvaguardia europei: 10,2 miliardi di euro di prestiti bilaterali e 25,7 miliardi versati nel fondo salva stati.
Prima dell’Italia la Germania, con 60 miliardi di crediti, e Francia, con 46. Quarta la Spagna.
Soldi che, se la Grecia dovesse uscire dall’Eurozona rischiano di diventare rapidamente carta straccia, considerato che Atene rischia già oggi non potersi riprendere da questa crisi.
Il rischio Grexit è concretissimo. Secondo Malcolm Barr, economista di JPMorgan a Londra “sebbene la situazione sia fluida, a questo punto un’uscita della Grecia dall’Area euro appare più probabile di una permanenza nell’Eurozona”.
Ai microfoni di Cnbc, Mohamed El-Erian, consulente economico di Allianz, ha spiegato che “l’economia greca sta per subire uno stop. Sarà molto difficile rilanciarla senza che il governo sia forzato ad introdurre IOU e a compiere ingegneria finanziaria”.
Anche gli analisti di Citigroup non sono ottimisti e vedono come plausibile l’uscita di Atene dall’Eurozona. Gli analisti parlano di ‘Grimbo’ ovvero ‘Greece in limbo’ utilizzando questo termine per definire uno scenario dai contorni non meglio definiti. “E’ quasi una certezza e che il rischio di Grexit è aumentato – affermano dalla banca d’affari – ma nonostante questo, per arrivare a un effettivo Grexit potrebbero volerci mesi o anni”.
Certo è che dopo l’avvicendamento del ministro delle finanze nel governo Tsipras, arrivano messaggi molto chiari, sia da parte del Fondo Monetario internazionale che di Atene.
Il direttore del fondo, Christine Lagarde, ha infatti affermato di continuare a monitorare la situazione da vicino e, se Atene lo chiederà, il Fondo è pronto ad andare in suo soccorso.
Tecnicamente però, considerata la sua insolvenza, la Grecia non avrebbe modo di accedere ai finanziamenti del Fondo. Anzi, qualora Atene non rifonda il miliardo e 600 milioni di dollari dovuti a Washington rischierebbe anche di perdere un posto nel Fondo.
Dall’altra parte, arriva la richiesta del premier Tsipras, condivisa anche dai leader del Pasok, Nuova democrazia e Potami, di ripristinare immediatamente la liquidità di emergenza alle banche elleniche. Banche che con tutta probabilità rimarranno chiuse fino a venerdì prossimo o a lunedì 13 luglio, salvo diverse disposizioni del governo che, attualmente, ha mantenuto invariato il limite di prelievo al bancomat di 60 euro al giorno.
Intanto il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, ha convocato per domani un summit “al più alto livello politico” per fare il punto “dopo il referendum per discutere sulla situazione e i possibili passi avanti”.
Un incontro al quale Tusk ha convocato anche il presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem e quello della Bce Draghi.
Per quanto riguarda invece la giornata di contrattazioni finanziarie, va registrato il trend negativo delle borse del vecchio continente, trascinate nel segno meno soprattutto dai titoli bancari.
La Borsa di Milano chiude in calo del 4,03%, l’indice All Share segna sul finale -3,85%. Crollano le banche, i cui titoli sono stati spesso sospesi in giornata: la peggiore è Mps che ha chiuso a oltre -11%. Non vanno meglio Banco popolare, Bper, Intesa e Unicredit, tutti oltre i – 5 punti percentuali. Rossi anche gli energetici, gli industriali, ma anche Telecom, Mediaset, Rcs e Carige.
Non vanno meglio le altre piazze: Londra attualmente fa registrare un -0,49; Francoforte a – 0,92; Zurigo -0,39. Peggio Madrid, -1,80.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy