Ieri nuovo capitolo, nuova drammatica pagina per una città, Roma, che non merita il calvario cui, suo malgrado è costretta da incompetenza e demagogia. Due ore di acqua e grandine e la Capitale va in tilt, si inginocchia e non trova più la forza di alzarsi in preda al caos, soprattutto automobilistico che il Censis appena tre giorni addietro tramite un impietoso dossier aveva portato all’attenzione di amministrazione e cittadini.
La città dei turisti del Giubileo, il centro storico della politica nazionale con i suoi palazzi del potere, la culla del Papa e dei quasi cinque milioni di persone che ci vivono e lavorano è un monumento in pericolo minato da una politica fatta ancora di mazzette, centri di potere delinquenziali neanche tanto occulti, di mezze tacche, arruffoni di ogni risma e soprattutto di amministratori non assolutamente all’altezza del compito che li attende.
Ed è così che ieri di fronte all’ennesimo disastro organizzativo e gestionale dell’emergenza, una emergenza lo ricordiamo provocata da due ore di pioggia, il sindaco Marino in preda ad uno stato confusionale senza precedenti cosa fa? Se la prende con la vecchia giunta Alemanno, rea a suo giudizio di avergli lasciato in eredità una amministrazione ed una città colabrodo.
Il refrain non nuovo e decisamente poco originale da cosa trae spunto? Dalla necessità del sindaco di farsi scivolare dietro le spalle tutto ciò che a Roma non funziona. Tutto ciò che a Roma va in rovina. La realtà però è un altra. Alemanno ha passato la mano da due anni e la città, per giudizio unanime e condiviso a livello nazionale e politico è peggiorata, peggiorata di molto, proprio a causa delle scelte di un sindaco inesistente aggrappato disperatamente all’immagine di un uomo inpegnato in una lotta titanica per la legalità ed il rilancio di un’area metropolitana che sta affondando, non solo nell’acqua piovana. In queste ore, la città sprofonda perchè a causa della mancata manutenzione e pulizia delle strade i tombini sono scoppiati e gli allagamenti sono diventati inevitabili trasformando le strade in torrenti in piena. Ma questo era già accaduto altre volte e sempre sotto l’amministrazione Marino che anche allora aveva farfugliato qualcosa prendendosela con il suo predecessore.
Il cahier de doleances dei romani è zeppo e conferma che per questo sindaco non ci sono attenuanti. La città è sporca, incredibilmente sporca e insicura. L’economia ristagna e al riguardo fanno fede quanto dichiarano tutti i giorni le associazioni di categoria. I sindacati, soprattutto quelli che lo hanno sostenuto all’inizio del persorso ora gli gridano in faccia di andarsene perchè la città non ha guida, non ha la forza di ripartire. Quando conosceremo meglio i dati di bilancio poi, magari scopriremo quali sono i trucchi contabili cui Marino sta facendo ricorso per far vedere ciò che non c’è, la trasparenza amministrativa di cui tanto va orgoglioso.
Poi c’è il capitolo della sicurezza e degli insediamenti rom. Due autentiche atomiche nel cuore della città che stanno ammazzando le residue speranze dei romani per un ritorno alla normalità e malgrado i timidi segnali che vengono dal fronte del turismo spinto dal mito della città eterna e dal misericordioso Giubileo che Papa Francesco ha deciso di regalare a questa città incolpevole. E qui crollano gli alibi di Marino-Fanfulla da Roma.
Abbiamo lasciato volutamente per ultimo il gravissimo fatto che ieri a Primavalle ha provocato un morto e otto feriti di cui alcuni in pericolo di vita. Praticamente una strage. Stanno ancora cercando il folle assassino che a quasi duecento chilometri orari ieri cercava di sfuggire alla giustizia. Probabilmente è questione di ore e per lui il magistrato parla di omicidio volontario che potrebbe diventare qualcosa di più grave: strage. Da dove venivano i quattro ragazzi rom che erano sul veicolo? Dalla Monachina, una delle quindici-venti baraccopoli “tollerate” dall’amminstrazione Marino, realizzata tra Malagrotta e Monte Spaccato, dove, da un paio di anni risiedono migliaia, decine di migliaia di senza dimora, sinti, zingari e indefinibili dediti all’accattonaggio, alla raccolta differenziata dei rifiuti, ai furti, al borseggio, alla prostituzione.
Questo è il quadro della situazione che fanno magistrati, polizia municipale, carabinieri, Polizia di Stato e organizzazioni umanitarie. Questo è il riferimento vero e incontrovertibile che il primo cittadino non vuole vedere. Le ragioni della miopia sono note. Malgrado in molti quartieri e non solo a Tor Sapienza l’emergenza stia creando seri problemi di ordine pubblico, in preda ad una arroganza inqualificabile non degna di questa ctttà, il primo cittadino pensa che tutti i problemi dei romani si risolvono con una spasmodica ed ipocrita attenzione verso la questione dei diritti civili e della fuffa culturale improduttiva e clientelare e non piuttosto nell’affrontare concretamente i tanti gravosissimi problemi della città.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy