Peccato. Peccato davvero prendere atto che Roma, la Capitale d’Italia, il centro della Cristianità, la sede del governo e di tutte le maggiori istituzioni, riviera privilegiata di organismi costituzionali e internazionali debba essere condannata a non avere un sindaco degno di questo nome. Rifare la storia di trent’anni di fallimenti, di lassismo, delinquenza politica, cialtronismo, oggi come oggi, non interessa più nessuno: una realtà melmosa, sfuggente e stantia attanaglia ormai la città non più governata da un primo cittadino ma da un direttorio, quello del Movimento 5 stelle, partito cui i romani, a furor di popolo, a giugno di quest’anno, con un consenso plebiscitario, liberatorio e totalizzante, avevano offerto l’opportunità di governare e riprendere le redini di una metropoli al collasso.
Perché diciamo questo? Ormai è chiaro che dopo le ultime tragicomiche performance di Virginia Raggi e dei cerchi più o meno magici che ruotano e franano intorno al Campidoglio, Roma è senza guida. Tutto è appeso ad un filo. Per dirla con le parole del sindaco più precario d’Italia sarà sufficiente una semplice comunicazione di garanzia perché cada quest’ultimo simulacro di reggenza amministrativa e riportare tutto nel caos.
Considerati i precedenti culminati con l’arresto del capo del personale del Comune Raffaele Marra e le retate di Carabinieri e Guardia di Finanza che, anche in queste ore, stanno scandendo i tempi dell’amministrazione capitolina corrotta, l’ipotesi paventata dalla Raggi è tutt’altro che una ipotesi. E dunque? Roma è ormai un caso nazionale. Tutt’altro che isolato se in questo contesto di ingovernabilità legata ai contraccolpi giudiziari inseriamo anche l’autosospensione del sindaco di Milano Giuseppe Sala.
Ma essere in buona (o cattiva se si preferisce) compagnia non attenua errori e responsabilità. Sui primi passi sbagliati del sindaco Raggi c’era stata molta benevola comprensione. Calarsi in una eredità come quella di Roma quale proiezione di Mafia Capitale era un compito arduo per chiunque. Per l’inesperta e diciamolo con franchezza, inadeguata e poco all’altezza del compito neo sindaco, l’impresa già dopo le prime settimane si era presentata non difficile ma impossibile.
Considerato che M5s ha di fatto congelato o se si preferisce “commissariato” la Raggi, la palla torna a Beppe Grillo che in questa fase non sembra più propenso a fidarsi dei suoli colonnelli un po’ ingenui pasticcioni ed approssimativi.
Ma qualunque decisione possa prendere, Grillo deve sapere che il tempo per Roma è davvero scaduto. E la caduta o la perdita della Capitale ha sempre significato politicamente la fine di un’epoca. Ne sanno qualcosa i Democristiani della Balena Bianca di Sbardella, ma anche i Rutelli ed i Veltroni che insieme ad Alemanno e Marino sono stati confinati in una soffitta buia senza tanti complimenti e soprattutto senza prospettive. Far finta di non capire che Roma è ormai una città ferita e rabbiosa può giocare brutti scherzi. Grillo è avvertito.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy