Roma in ginocchio per un po’ di grandine: allagamenti dappertutto, sulle consolari e non, stazioni metropolitane chiuse, ferrovia bloccata. Perfino qualche autobus che ha imbarcato acqua fino a dieci centimetri.
Tutta colpa di un po’ di pioggia che ha flagellato la città per non più di due ore? Certamente no. Complici invece sono le strade in condizioni pessime, le fogne e le caditoie non pulite da chissà quanto tempo. Avesse amministrato questa disgraziata città, che di eterno ormai conserva solo i problemi irrisolti e irrisolubili, un sindaco di centro destra, di attacchi attraverso la stampa se ne sarebbero registrati a decine. Invece tutto e tutti tacciono. Tutti o quasi, perché c’é chi non ha la decenza di rimanere in silenzio neanche davanti alle manchevolezze di un amministratore esponente del suo stesso partito. Prendiamone uno a caso, Stefano Pedica, rappresentante del Pd romano che ha invocato nel pomeriggio, a città paralizzata, la costituzione di una task force: “Mettere in campo una task force di ingegneri, geologi e tecnici – sostiene Pedica – per verificare lo stato di tutte le strade romane e intervenire in maniera mirata. Per troppi anni la manutenzione è stata dimenticata e così basta un semplice temporale per creare allagamenti e mandare in tilt la città”. Troppi anni, dice lui. Occorre forse ricordargli che ne sono già passati due dall’insediamento di Ignazio Marino? Cos’hanno fanno in tutto questo tempo gli amministratori dem di Roma Capitale? “Il Giubileo è alle porte e la Capitale ha le ore contate per rimettersi in carreggiata“, dice ancora Pedica. Spero sia un memento per il lavoro da programmare a giro sempre più stretto. Perché di opere, in questi due anni, non se ne sono viste punte. Basta far parlare i numeri, quelli forniti dal Censis nei ‘diari’ che hanno l’obiettivo di individuare i punti deboli della città per aggredirli. L’ultimo ieri sul traffico urbano, a fronte del quale è stato annunciato impudentemente un Pgtu (Piano Generale per il Traffico Urbano) che non si vedeva da quindici anni”: ne parlino oggi coi cittadini, poi vediamo a quale punto può spingersi la rabbia di chi in questa giornata di pioggia (poca) è rimasto intrappolato nel traffico per ore ed ore. “Ad ogni temporale – osserva ancora Pedica – si verifica il solito rituale: tombini tappati, strade e perfino bus allagati e traffico impazzito. Basta mezz’ora di pioggia per creare l’emergenza maltempo e paralizzare la città”. E Pedica, invece di battersi il petto continua dicendo che ” purtroppo la Capitale sconta ancora la cattiva gestione della giunta di centrodestra. Per anni è stata abbandonata a se stessa e ora i nodi sono venuti al pettine”. Quanto all’abbandono, negli archivi comunali risulta esserci stato un piano fogne e caditoie nel 2009, era Alemanno, quando la città fu sconvolta da una pioggia ben più consistente che indusse a sorvegliare il Tevere in piena anche di notte. Era il 20 ottobre 2009. E allora, a ragione, fu dichiarato per Roma lo stato di calamità naturale. Oggi, invece, le calamità sono ben altre ed è vero, come ricorda sempre Stefano Pedica che “Marino ha molto lavoro da fare” e “deve farlo presto. Mancano pochi mesi al Giubileo e Roma non può correre il rischio di fare una figuraccia”. Diciamo che non è più un rischio, è ormai una certezza.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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