La chimica in amore è fondamentale. Se manca non esiste relazione. Se c’è, invece, siamo in grado di ‘fiutare’ chi ci interessa anche in mezzo alla folla.
Esistono segnali antichissimi che fungono da ‘chiave’ dell’attrazione di coppia. Sono i feromoni. Una ricerca italiana ha infatti dimostrato che nel naso delle donne c’è un recettore che reagisce alla stimolazione con il feromone maschile.
“E’ come un interruttore che attiva il sistema limbico, che controlla il rilascio degli ormoni sessuali. Un segnale chimico che può controllare l’attrazione, indipendentemente dal lato estetico: se l’uomo emette feromoni simili a quelli di tuo padre, inconsciamente si presenta come possibile consanguineo e tu tendi a ‘scartarlo'”. spiega Andrea Mazzatenta, della sezione di Fisiologia e fisiopatologia del Dipartimento di neuroscienze dell’Università “d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Il suo studio, condotto insieme all’otorino Carlo De Luca, è stato pubblicato su ‘Respirology’ e punta a far luce sul ruolo dei feromoni.
Ma cosa sono questi ‘segnali invisibili’, attivi ancora oggi? Si tratta di sostanze prodotte dalle ghiandole esocrine della maggior parte degli esseri viventi, che servono a indurre reazioni fisiologiche e comportamentali negli individui della stessa specie che vi entrano in contatto. “Sono inodori, ma si tratta di molecole facilmente biodegradabili da luce e batteri: in quel caso presentano invece un forte odore, tipicamente – nel caso maschile – quello di palestra, o di ascella”, spiega Mazzatenta, il cui articolo è stato citato online anche da ‘Medical News Today’.
Per comprendere meglio il potere di queste molecole, i ricercatori hanno usato un rinomanometro, uno strumento che serve a capire se le cavità nasali sono pervie. “Nel naso – continua Mazzatenta – c’è un tessuto erettile che cambia la pervietà delle narici all’incirca ogni 5 minuti (una si apre un po’ di più e una si chiude un po’). Abbiamo utilizzato questo strumento su un gruppo di studentesse, misurando la cavità nasale prima e dopo la stimolazione con il feromone maschile (And). Così abbiamo visto che, se si fa sniffare questa sostanza, il tessuto all’interno del naso femminile si inturgidisce e si rigonfia, così passa meno aria e aumenta la resistenza”. Ma cosa vuol dire? “Si attiva il sistema limbico, che controlla il rilascio degli ormoni sessuali. Insomma, siamo molto più animali di quel che pensiamo”.
I ricercatori hanno poi fotografato la reazione del tessuto erettile nel naso usando un endoscopio e verificando la reazione già rilevata. Insomma, nell’era dell’intelligenza artificiale “antichissimi segnali chimici possono ancora controllare i nostri comportamenti e accendere l’attrazione fisica, indipendentemente da affinità, gusti, caratteristiche estetiche. Quando parliamo di persone che ci attirano a pelle, ecco il motivo”.
Se invece la reazione è opposta, “la colpa potrebbe essere sempre dei feromoni, che in questo caso sono troppo simili a quelli paterni e segnalano l’esemplare come un possibile consanguineo”. Un meccanismo potente e invisibile, “ostacolato oggi da profumi e saponi, che possono coprire o mascherare l’effetto dei feromoni. Segnali ‘chiave’ per i rapporti di coppia, che potrebbero essere anche all’origine di tanti ‘matrimoni bianchi’: all’inizio mascherati, vengono rilevati solo dopo l’inizio della convivenza”, ipotizza il ricercatore.
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