20 luglio, Sant’Angelo in Vado, Pesaro, nei pressi di un dirupo un passante avvista quello che sembra essere un cadavere. Si tratta di un 17enne, coperto di sangue, legato con del nastro da pacchi e sgozzato, si chiamava Ismaele Lulli ed era uno studente dell’Istituto Alberghiero di Piobbico.
Per il suo omicidio sono stati fermati due ragazzi di origine albanese residenti nella zona, Igli Meta, di 20 anni, e Marjo Mema, di 19 anni. Le indagini erano partite dal profilo Facebook della vittima. Al di là di quello che poteva sembrare il normale ritratto di un adolescente come tanti, erano emersi alcuni punti inquietanti, come il suo interesse per l’uso di droghe leggere e un clima di tensione e rivalità tra giovani che avevano insospettito gli inquirenti.
Quando i due giovani fermati per l’omicidio di Ismaele hanno cominciato a collaborare con i Carabinieri, uno degli investigatori ha notato che era come se i ragazzi si stessero rendendo conto solo in quel momento dell’enormità del fatto e ha parlato di “un delitto da videogame”.
Secondo le ricostruzioni, Ismaele aveva incontrato Igli e Marjo alla fermato dell’autobus e, da questi invitato a fare un bagno al fiume, era salito spontaneamente in macchina con loro. Ma l’auto si è diretta a S. Martino in Selva Nera. Qui, ai piedi di una croce di ferro, i due ragazzi più grandi hanno legato Ismaele con del nastro da pacchi e lo hanno colpito alla gola con un coltello con una violenza tale da avergli quasi staccato la testa. Poi hanno trascinato il corpo fino al dirupo e lo hanno gettato giù. Per farlo dovevano essere necessariamente in due, perché, sebbene Ismaele fosse molto magro, era alto circa un metro e ottanta e una persona sola non avrebbe potuto compiere tutte le operazioni.
A quanto sembra l’autore materiale sarebbe stato Igli, mentre Marjo lo avrebbe aiutato. L’ultimo messaggio di Ismaele sarebbe stato un addio nel quale diceva: “Cambio vita, vado a Milano, non mi cercate”; ma probabilmente è stato scritto dai due ragazzi per confondere le ricerche. Il movente dell’omicidio invece sarebbe stato la gelosia, peraltro ingiustificata, nei confronti di Ismaele da parte di Meta, il quale era convinto che Lulli avesse avuto un rapporto con la sua ex ragazza.
Quando i due giovani sono stati trasferiti al carcere di Villa Fastiggi a Pesaro, la folla ha cominciato a lanciare invettive contro i due ragazzi e ha cercato di colpire a calci e pugni le vetture delle forze dell’ordine che li trasportava. La comunità del piccolo paese di S. Angelo in Vado è affranta, tutti conoscevano Ismaele. Il sindaco, Giannalberto Luzi, ha dichiarato che Ismaele “E’ una vittima del nostro tempo, di un modo adulto che non sa “gestire” o dedicare sufficiente attenzione ai ragazzi dai 13 ai 18 anni, nel momento più delicato“.
Questa di Ismaele si aggiunge tristemente ad un’altra tragedia che in questo stesso fine settimana ha colpito un altro adolescente minorenne, Lamberto Lucaccioni, vittima di una dose letale di ecstasy nella zona di Riccione.
Vania Amitrano
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