Nuova offensiva dell’aviazione russa e del regime di Bashar al-Assad nella zona di Palmira, nella Siria centrale. Nelle ultime ore decine di caccia hanno bombardato i quartieri orientali della città e l’aeroporto, il che potrebbe preludere a un’operazione di terra per riconquistare la città. A riferirlo sono fonti locali. Non si hanno notizie ufficiali sul numero delle vittime, sui danni agli edifici o al patrimonio archeologico, ma i combattimenti che imperversano nella zona rendono impossibile verificare le testimonianze.
La città di Palmira – in arabo Tadmor – ospita uno dei siti archeologici più importanti di tutto il Medio Oriente, patrimonio dell’umanità tutelato dall’UNESCO. Tra il I e il III secolo dopo Cristo, sotto l’impero romano, era una tappa obbligata della rotta carovaniera attraverso il deserto siriano. Ma da quando l’ISIS ha preso il controllo della zona, lo scorso maggio, i miliziani hanno iniziato a demolire tutti i monumenti che avessero qualche legame con le religioni antiche, nel tentativo di cancellare e riscrivere la storia da capo. Templi, tombe e altari sono spariti per sempre, e i video della loro distruzione sono stati pubblicati dai jihadisti come monito all’umanità.
Le strutture che sono rimaste in piedi, invece, sono state usate come scenario monumentale per dare risalto alle brutalità degli uomini in nero. Quando il sito è caduto in mano all’ISIS, i miliziani si sono preoccupati di uccidere subito Khaled Asaad, l’archeologo di fama mondiale che per decenni aveva diretto il museo locale. Lo studioso aveva provato a evacuare all’estero i reperti conservati nella struttura, per salvarli dalla svendita e dalla distruzione. Il suo corpo decapitato è stato issato su una colonna romana.
Un altro filmato – pubblicato dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), un’ONG che ha sede a Londra – mostra l’esecuzione di una cinquantina di ostaggi dei jihadisti, fra militari e civili, all’interno dell’anfiteatro romano. Tra di loro anche dei ragazzi di non più di quindici anni. Sono stati tutti giustiziati con un colpo alla testa, sotto gli occhi di centinaia di spettatori in abiti civili.
F.M.R.
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