Giorgio Squinzi, presidente Confindustria
Il “dateci un Paese normale” di Giorgio Squinzi, a chiusura della manifestazione degli industriali a Torino, ha assunto significati tutti nuovi con il passare della giornata.
Quando è stato pronunciato, ad esempio, il governo Letta era in carica e, proprio al ‘Destinazione Italia’ lettiano, Squinzi riserva le sue perplessità classificandolo come “buona analisi” priva delle “risposte attese”.
Il presidente di Confindustria, dopo aver specificato come l’evento nel capoluogo piemontese non fosse “contro un governo o a favore di un altro governo che può venire o meno” ha chiarito che si tratta di una “protesta contro una cultura antindustriale che ormai da qualche decennio è diventata prevalente.
Vogliamo rendere noto, per chi non lo avesse capito – ha proseguito Squinzi – che il disagio delle imprese dura ormai da più di cinque anni”. La ricetta per garantire la ripresa, secondo Confidustria è quella di intraprendere “un percorso di riforme a partire da quelle istituzionali perché abbiamo bisogno che la crescita sia sostenuta da un Paese che funzioni”, puntando quindi “alla modernizzazione delle istituzioni per renderle in grado di decidere: superando il bicameralismo perfetto, riformando il Titolo V della Costituzione in modo da riportare al centro le competenze su materie di interesse nazionale, riducendo il perimetro pubblico e proseguendo con le liberalizzazioni”.
Le imprese, infatti, subiscono le storture di una burocrazia lenta, lontana dai mutamenti delle organizzazioni, delle imprese e dei mercati: “occorre riorganizzare la Pubblica Amministrazione, liberando il Paese da regole opprimenti, terreno su cui proliferano corruzione e malgoverno”, riprogettando quindi i sistemi “individuando meccanismi di premi e sanzioni anche per il personale pubblico”.
Quindi la presa di distanze delle ipotesi staffetta “la politica non è compito nostro”.
Nemmeno il tempo di pronunciare queste parole che la Direzione del Pd, da largo del Nazareno, vota a larga maggioranza il documento del segretario Renzi che “ringrazia il presidente del Consiglio per il notevole lavoro svolto alla guida del governo, un esecutivo di servizio nato in un momento delicato. E per il significativo apporto dato in particolar modo per il raggiungimento degli obiettivi europei”. Da domani dunque, altro giro, altri interlocutori.
Che in ogni caso dovranno occuparsi a breve giro di provvedimenti già all’attenzione del parlamento come il Milleproroghe, il Salva Roma bis, la proroga delle missioni militari internazionali. E non da ultimo proprio il “Destinazione Italia” presentato non più tardi di 24 ore fa dall’ormai dimissionario Enrico Letta.
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