I nostri stadi i più pericolosi? assolutamente: vedere le partite di calcio è sei volte più rischioso in Germania e cinque volte più in Inghilterra. Lo rileva un’indagine svolta dalla Link Campus University, che ha elaborato i nuovi dati dell‘Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Viminale.
Nelle ultime otto stagioni delle Leghe Calcio professionistiche (A, B e Lega Pro), segnala lo studio, il calo degli incontri con feriti è stato del 60,1%, con una diminuzione dei contusi sia tra le forze dell’ordine (-85%) che tra i civili (-63,5%). Oltre sei volte in meno, dunque, rispetto ai campioni del mondo tedeschi e cinque in meno degli inglesi.
Ma i dati dell’ultima stagione (59 incontri con feriti oppure 69 i feriti tra civili), pur non influendo sostanzialmente sulla tendenza positiva degli ultimi 8 anni e sul confronto con le 2 superpotenze del calcio europeo, invitano a non abbassare la guardia.
“Dal 2007 in poi – ha detto il direttore di Link Lab, Nicola Ferrigni– assistiamo a una netta inversione di tendenza sulla violenza nei nostri stadi. E non e’ un caso che il cambiamento sia avvenuto proprio in seguito all’uccisione dell’Ispettore Raciti: da quell’esperienza e’ nata la cura e, di conseguenza, una sorta di modello italiano di sicurezza degli stadi”.
Irrigidimento dei Daspo, tornelli automatizzati, biglietti elettronici, seggiolini a norma Uefa, vie di fuga ma anche la diretta responsabilita’ delle societa’ sportive nell’attuazione delle nuove misure adottate dopo il ‘caso Raciti’, la morte del poliziotto nel 2007 al termine del derby Catania Palermo, che causò l’interruzione di tutti i campionati di calcio in Italia per una settimana e l’annullamento di un’amichevole della Nazxionale, hanno quindi portato a una drastica diminuzione degli episodi di violenza in tutto il nostro calcio.
Sul totale delle manifestazioni calcistiche del Paese, infatti, gli incontri con feriti sono diminuiti dalla stagione 2005/2006 ad oggi del 46,6%, con una diminuzione dei contusi sia tra Forze dell’Ordine (-74,9%) che tra civili (-51,3%). Tra i professionisti (A, B e Lega Pro) il calo e’ stato ancora maggiore, con 69 feriti tra civili e 62 tra le forze di polizia (oltre a 27 steward) contro i rispettivi 189 (-63%) e 414 (-85%) di 8 stagioni fa.
Nell’ultimo campionato gli incontri con feriti sono stati 59, che equivalgono a circa il 3% del totale di tutti i match professionistici disputati (circa 2000), un dato che – cita l’elaborazione di Link Lab – avvicina in termini di sicurezza gli stadi italiani a quelli finlandesi o austriaci, dove il calcio non e’ cosi’ popolare come in Germania e Inghilterra. E ancora, i 69 feriti ‘civili’ dell’ultima stagione equivalgono a un contuso ogni 173mila spettatori, mentre in Inghilterra l’incidenza e’ di quasi 5 volte maggiore, con 1 ferito ogni 37mila persone. I neocampioni del mondo tedeschi fanno peggio, con un’escalation degli episodi violenti negli ultimi anni e 1 ferito ogni 26mila spettatori, per un’incidenza che supera di oltre 6 volte il dato italiano. “Il modello italiano esiste e funziona – ha continuato Nicola Ferrigni – tuttavia, nonostante i successi registrati nel corso degli ultimi anni, e’ opportuno evidenziare che i dati relativi alla scorsa stagione calcistica, seppur non preoccupanti, suonano come un monito e invitano le istituzioni, sportive e governative, a non abbassare la guardia. Cosi’ come ha fatto il ministro dell’Interno Alfano, presentando il nuovo pacchetto del decreto sulla sicurezza del calcio”. Dopo 8 anni positivi infatti, secondo l’indagine, nella stagione calcistica 2013-2014 si e’ assistito a un incremento del numero di incontri con feriti, che passano dai 43 della stagione 2012-2013 a 59 casi. In crescita anche i feriti tra le Forze dell’Ordine (da 33 a 62) e tra i tifosi (da 51 a 69 casi).
“Parallelamente – ha continuato il direttore di Link Lab – oggi e’ possibile avviare la fase 2 del progetto, quella legata a un cambio di marcia culturale nei nostri tifosi, a partire dal contrasto al razzismo fino a una maggior attenzione a strutture e servizi previsti per chi viene allo stadio. Il percorso realizzato in questi anni, a livello di sicurezza e normativa, sembra aver funzionato e i tempi sono ormai maturi per proseguire con gli altri strumenti previsti dalla nuova normativa della Task Force, in vigore con l’avvio del nuovo Campionato 2014/2015″.
Tra i temi al centro dell’analisi, anche i divieti di accesso alle manifestazioni sportive (DASPO), oggetto del decreto sulla sicurezza che sara’ portato la prossima settimana all’esame del governo. Secondo i dati, in Italia crescono del 28,8% in piu’ rispetto alla stagione calcistica 2012-2013, con 2.352 divieti complessivi emessi quest’anno, di cui piu’ di 2mila si riferiscono alle partite di Campionato. E se in testa alla classifica generale ci sono quelli connessi a reato, pari al 64,1% del totale (in crescita del 23% sulla stagione precedente), sono piu’ che raddoppiati i Daspo pronunciati come misura di prevenzione (+111,6% sullo scorso anno passando da 206 a 436).
Tra i luoghi dove vengono emessi piu’ divieti, primeggia l’interno dello stadio (40,9%); il dato allarmante pero’, con i reati in aumento del 50% sullo scorso anno, e’ soprattutto quello legato ai disordini di fuori dalle mura dell’impianto sportivo (il 33,6% dei Daspo emessi). Il numero piu’ elevato dei divieti emessi si registra al Sud (726), con la Campania in prima linea (354). Seguono Lombardia (285), Toscana (254), Sicilia (209) e Lazio (190). Chiude la classifica il Trentino a quota zero provvedimenti eme
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