L’Unione Europea è disposta a venire incontro all’Italia sulla Tav, purché i lavori proseguano. In vista del consiglio d’amministrazione di Telt, il soggetto promotore dell’opera, infatti, il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, spiega che l’Ue è pronta a finanziare al 50% non solo il tunnel di base, ma anche le tratte nazionali di avvicinamento. “Una ragione in più per dare il via libera ai nuovi bandi”, ha dichiarato il governatore.
La decisione dei 28 Paesi europei consorziati, annunciata da Chiamparino, è stata accolta con soddisfazione dal ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini: “Sulla Tav finalmente l’Europa ha fatto una cosa giusta”, ha detto il vicepremier.
Una decisione che anche il piemontese Piero Fassino, deputato del Pd ed ex sindaco di Torino ha accettato ben volentieri come la cancellazione degli ultimi alibi: “La decisione dell’Unione Europea di alzare al 50% il proprio contributo alla realizzazione della Tav – eventualità già preannunciata nei mesi scorsi – è l’ulteriore conferma di quanto l’opera sia strategica e chiude l’inutile querelle sui costi-benefici. Peraltro Carlo Cottarelli e Giampaolo Galli hanno dimostrato che l’analisi costi-benefici della commissione Ponti (il cui responso è stato fortemente negativo –“impatto in perdita per 7/8 miliardi”- ma che è stato firmato solo da 5 commissari su 6, gli stessi che avevano espresso obiezioni al progetto prima di far parte della commissione, ndr) non è affidabile e che in realtà l’opera non è passiva, ma attiva. Davvero a questo punto non ci sono più alibi. La Tav è utile e bisogna realizzarla, a partire dallo sbloccare i bandi di gara per proseguire l’opera. Il governo esca dalle sue ambiguità e non comprometta ulteriormente gli interessi del Paese”.
Per l’Italia il costo scenderebbe a 850 milioni – In questo modo, il costo dell’opera, per l’Italia, passerebbe dagli attuali 1,7 miliardi a 850 milioni. Motivo per cui si moltiplicano, in queste ore, gli appelli “Sì Tav” anche se il M5s non indietreggia e avverte: “Se partono gli appalti ci faremo sentire”.
La riunione dei vertici italo-francesi di Telt, in programma oggi a Parig, vede all’ordine del giorno la pubblicazione – pare ormai imminente – di due bandi di gara per la realizzazione dell’intera tratta francese del traforo, che corrispondono poi ai tre quarti dell’infrastruttura ovvero 45 dei 57,5 chilometri totali. “Non esistono le condizioni per continuare a tenere in sospeso le gare”, ribadiscono i sostenitori dell’opera ricordando che ulteriori rinvii comporterebbero una perdita di almeno 813 milioni di euro, tra impegni assunti e contratti già firmati con l’Unione Europea. Col rischio, tra l’altro, che i vertici del soggetto promotore siano direttamente chiamati in causa.
Continuano ad essere divergenti però le posizioni delle due forze del governo giallo-verde: “Noi non abbiamo cambiato idea: deve essere conclusa per il bene dell’Italia”, sostiene Alessandro Morelli, parlamentare della Lega, mentre gli alleati M5S sottolineano: “Costi-benefici negativa e ora si parla di far partire bandi? Ma siamo impazziti? La rimozione di Virano avrebbe dovuto essere il primo passo! Cosa aspettiamo?”. E’ la voce di Francesca Frediani, consigliere M5S Piemonte della Val Susa e No Tav della prima ora. “Se dovesse partire un solo appalto ci faremo sentire forte e chiaro. E uso il plurale perché so che siamo in tanti…”.
Ancora scontro tra le istituzioni o, forse, con la spinta Ue, si apre uno spiraglio?
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