“Oggi La Destra italiana piange la scomparsa di uno dei suoi uomini migliori, il presidente Teodoro Buontempo: si è spento questa notte, alle 4,30, in una clinica romana. Domani, dalle 11 alle 20, sarà già possibile rendergli omaggio in Campidoglio, nella Sala della Protomoteca, mentre il rito religioso sarà celebrato nella chiesa di San Marco venerdì mattina alle 11”. Questo è il laconico messaggio del segratario de La Destra Francesco Storace con il quale ha annunciato la morte del presidente fondatore, insieme a lui, del partito nato da una scissione di AN.
Nato a Carunchio (Ch) il 21 gennaio 1946, ha vissuto a Roma le prime lotte studentesche del 1968 per diventare nel 1970 il primo segretario del Fronte della Gioventù di Roma che dirige fino al 1977. È stato militante nonché dirigente del Msi-Dn fino a quando nel 1995 il partito non cambia il suo nome in Alleanza Nazionale. Allora Buontempo ne diventa il segretario regionale nel Lazio. Giornalista, è stato capocronista de Il Secolo d’ Italia e per dieci anni direttore di Radio Alternativa. E’ stato consigliere comunale di Roma dal 1981 al 1997, ricoprendo la carica di vice presidente della Commissione ambiente e bilancio, di membro della Commissione urbanistica, nonché presidente del Consiglio Comunale dal dicembre 1993 al settembre 1994. Lascia Alleanza Nazionale il 26 luglio 2007 e partecipa alla fondazione della Destra.
Numerosi gli incarichi durante i suoi lunghi anni di militanza politica tra cui quattro mandati da deputato per altrettante legislature.
“Con la scomparsa di Teodoro Buontempo, perdiamo un uomo leale e onesto, un politico attento e capace che, da vero combattente, ha portato avanti con determinazione i propri ideali. Buontempo è stato un uomo del popolo, percepito dalla gente come tale e che, per questo motivo, ha interpretato, nella sua carriera politica, il senso più alto del mandato affidatogli dai cittadini. La sua passione e il suo impegno restano un esempio per tutti quei giovani che intendono vivere la politica”. È il pensiero del segretario del Pdl Angelino Alfano.
”Con Buontempo si spegne un’ epoca bellissima fatta di passione politica e di grandi emozioni e speranze – scrive il presidente di Grande Sud Adriana Poli Bortone – Ricordiamo Teodoro come persona onesta, generosa, ricca di sani sentimenti che ha saputo interpretare coerentemente nella sua vita, l’ anima genuina della destra sociale italiana”.
E proprio questa sua ‘anima genuina della destra sociale’ viene evidenziata anche dal Primo Cittadino della Capitale: “Una persona che ha dato moltissimo alla nostra città – dice Gianni Alemanno – che si è veramente impegnata tantissimo nel sociale, nella trasparenza dell’ azione amministrativa e nella rappresentazione delle periferie. E proprio nelle periferie romane era e rimane un mito, anche per chi politicamente non la pensava come lui, perché ogni qualvolta c’ era una battaglia difficile, una battaglia degli ultimi, dei disperati lui era lì pronto a condurla fino in fondo”.
Il segretario de La Destra, Francesco Storace, scrive sul suo quotidiano online Il giornale d’Italia: “La splendida famiglia del nostro presidente e noi tutti perdiamo un esempio, un punto di riferimento per chi ancora crede nei valori. Il leone si è spento combattendo fino all’ultimo”.
Con la scomparsa de ‘er Pecora’ – era così soprannominato per la sua capacità, nei primi tempi nella capitale alla fine degli anni ’60, di alloggiare nei posti più spartani: dormiva nella sua Fiat 500 nei pressi della stazione Termini – “perdiamo un esempio, un punto di riferimento per chi ancora crede nei valori, per chi è contaminato dalla forza della passione, dal valore dell’onestà, dalla fede e dall’onore”, scrive ancora il suo grande amico ‘Ciccio’ Storace.
Consideriamo, in questo giorno triste per chi ha conosciuto questo ‘piccolo grande uomo’, il lato positivo: Teodoro, gravemente malato, ce l’ha fatta a lasciare questa vita terrena prima della data che più lo turbava: il 25 aprile, una scadenza che per volontà di una certa sinistra non era mai riuscita diventare la data della pacificazione nazionale. Se n’è andato sicuramente senza rimpianti, dopo una vita spesa per intero, con tutte le sue energie, per i suoi affetti e i suoi ideali. Basterebbe che di lui insieme al ricordo ne conservassimo l’esempio.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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