“Abbiamo fatto la storia. Ora cambiamo anche il Trentino“. Questo è il primo commento a caldo del candidato leghista Maurizio Fugatti, sottosegretario alla Salute del Governo Conte, subito dopo la conferma della sua vittoria nella corsa alla carica di governatore nella Provincia autonoma di Trento. Secondo i primi risultati elettorali confermati poi dallo spoglio definitivo, il leghista Fugatti, sostenuto da altre otto liste di destra, ha ottenuto oltre il 47% dei voti, lasciandosi alla spalle l’ex senatore del Pd Giorgio Tonini, presentatosi con una lista di centro sinistra che ha riportato circa il 25%. Bocciato anche il Presidente uscente Ugo Rossi, leader del partito autonomista Patt che, dopo la rottura con i dem, si è presentato da solo arrivando alla soglia dell’11,95%. Tracollo del Pd sceso sotto il 15% e problemi per il Südtiroler Volkspartei (Svp), indebolito dalla presenza di una lista filoaustriaca, che ha riportato il 40%. Perdita di consensi si sono registrati anche per il Movimento 5 stelle, il cui candidato governatore Filippo Degasperi ha raggiunto quota 7%.
Dopo l’exploit del Carroccio in Alto Adige, dove la Lega è ora il terzo partito, il centro destra dopo quasi vent’anni riesce ad espugnare al centro sinistra anche la guida della Provincia di Trento. La coalizione uscente ha dunque scontato l’errore politico di presentarsi divisa alla competizione elettorale. Il governatore uscente ha corso infatti col suo solo partito, il candidato Pd ha avuto l’appoggio di Unione per il Trentino (Upt) e Futura 2018, una lista in cui si sono raggruppate alcune forze di centrosinistra. Sono rimasti però a correre soli sia Leu che alcuni esponenti autonomisti. Altri hanno invece scelto la coalizione di centrodestra di Fugatti, che oltre alla Lega ha trovato il sostegno di altri otto partiti, tra cui Forza Italia, Fratelli d’Italia e Udc.
La Lega, che nel 2013 era al 6,2% e aveva conquistato un solo seggio, ha quadruplicato i consensi e dovrebbe ottenere il super-premio di maggioranza, che garantisce tra i 21 e i 23 consiglieri provinciali, oltre al presidente eletto, sui 35 seggi totali. Per il vicepremier Matteo Salvini, molto attivo in questa campagna elettorale, quello raggiunto è un clamoroso successo. Il risultato di Trento potrebbe in qualche modo influenzare anche Bolzano e a livello regionale.
In Alto Adige la Lega infatti è ora il terzo partito, il primo degli italiani, e ha ottenuto 4 consiglieri provinciali. La crisi Svp, scesa al minimo storico di 15 seggi, impone al partito di lingua tedesca di trovare almeno 3-4 voti tra le forze italiane per poter formare il Governo. Ma è chiaro che i giochi restano aperti. Lo dicono i risultati evidenziando la crisi della Svp che scende al 41,9% mentre la Lega nei quartieri popolari di Bolzano è diventato il primo partito sfiorando il 30%. A livello provinciale, il Carroccio è il terzo partito con l’11,1% con dietro al nuovo movimento fondato dal dissidente grillino Paul Koellensperger che ha portato a casa il 15,2 dei consensi. Un’uscita,la sua, che ha dissanguato i pentastellati scesi al 2,4%. In leggero calo i Verdi che si confermano la prima forza del centro sinistra davanti ad un Pd in caduta libera. Autentico crollo infine per i dem scesi al 3,8% perdendo la metà dei voti presi all’elezioni politiche del 4 marzo di questo anno.
E. S.
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