Andrea Camporese, presidente dell’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti, sarà processato per truffa ai danni della cassa e per corruzione. Lo ha deciso il gup di Milano Alessandro Santangelo, dopo il rigetto della richiesta di trasferire il procedimento a Roma, e lo ha rinviato a giudizio con altre 12 persone coinvolte in un filone dell’inchiesta sul crac della holding Sopaf affondata dai fratelli Magnoni.
Secondo l’accusa, Camporese ha ricevuto 200mila euro “a titolo di remunerazione per il compimento di atti contrari ai doveri d’ufficio“. Il dibattimento, chiesto dal pm Gaetano Ruta, si aprirà il 21 aprile davanti alla Seconda Sezione Penale del tribunale e in quell’occasione l’Inpgi dovrà decidere se costituirsi parte civile. Un imputato sarà invece processato in abbreviato.
Camporese, sempre secondo l’accusa, ha “consentito” a Sopaf “di realizzare una plusvalenza (…) pari ad euro 7.600.000″ attraverso la società di gestione del risparmio Adenium vendendo all’Inpgi a prezzi superiori a quelli di mercato quote del Fondo immobili pubblici (Fip). Il presidente dell’Inpgi e l’ex amministratore di Adenium, Andrea Toschi, secondo il pm, “si accordavano tra loro per trasferire risorse finanziarie a favore di Camporese dell’importo di almeno 200mila euro a titolo di remunerazione (…) in particolare per gli investimenti che Camporese aveva veicolato quale presidente Inpgi su Adenium Sgr, nonché su canali di comunicazione e contatti che aveva offerto a Toschi per la propria attività”. Toschi, sempre secondo l’accusa, negli anni 2011-2012 avrebbe “accordato” a Camporese “la somma di 25mila euro l’anno” attraverso un incarico nel comitato consultivo Adenium. Altri 145.550 euro sarebbero transitati nel 2013 su un conto corrente aperto presso la sede di Lugano della banca Bsi.
Il 19 gennaio la difesa del presidente Inpgi aveva chiesto il trasferimento del procedimento a Roma, facendo slittare la decisione del giudice. Istanza che il 28 è stata rigettata. Prima ancora era stata respinta l’istanza di ricusazione del giudice da parte di alcuni degli imputati.
Sarebbe stato opportuno che Andrea Camporese, che fino a dicembre è stato anche presidente dell’Associazione degli enti previdenziali privati (Adepp), fosse spontaneamente uscito di scena dopo le due denunce alla Procura di Milano, ampiamente documentate, presentate dal giornalista de Il Sole 24 Ore, Nicola Borzi, e ancora prima che il documento “Salviamo l’Inpgi”, firmato da 500 giornalisti, sulla gravissima situazione in cui versa l’INPGI, arrivasse sul tavolo della Presidenza del consiglio e dei dicasteri del Lavoro e dell’Economia. Evidentemente era convinto di farla franca e indignitosamente non ha mollato la poltrona, come sarebbe stato giusto fare, prima che fosse diffusa ieri la notizia del rinvio a giudizio.
Ora l’Inpgi rinnova le sue cariche con le elezioni del 22 al 28 febbraio prossimo. L’auspicio è che anche i componenti dell’attuale Cda, responsabili di avere avallato gli atti di un presidente da mesi sotto inchiesta, sfociata poi nel rinvio a giudizio, siano mandati tutti a casa.
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