Con una popolarità in picchiata e e sotto gli effetti del Russiagate, ila guerra dei dazi potrebbe essere il colpo di grazia per il presidente Usa in vista della sfida midterm di novembre
Al di là delle questioni geopolitiche – questa storia della guerra commerciale di Trump contro la Cina, rischia di diventare soprattuto una questione politica interna. Si perchè il botta e risposta dei dazi tra le due potenze sta seriamente compromettendo non solo l’economia americana, ma anche l’elettorato più fedele a Trump.
In risposta alle tariffe che il presidente vorrebbe imporre sui prodotti tecnologici in arrivo dalla Cina, oltre ad alluminio e acciaio, Pechino ha annunciato infatti di voler colpire il cuore dell’agricoltura statunitense, ovvero quella classe di lavoratori che ha creduto in Trump e che oggi rappresenta lo zoccolo duro dell’elettorato che ha votato il tycoon.
Soia, grano, mais, figurano tra i 106 prodotti statunitensi su cui il ministero del Commercio di Pechino ha annunciato tariffe fino al 25%. In altre parole nel mirino un’area che dal centro della California arriva al centro e alle pianure di Missouri, Indiana fino al Nevada. Alcuni di questi stati producono circa la metà di tutta la soia Usa.
Una risposta strategica da parte della Cina, se pensiamo che Pechino è tra i primi importatori di Soia, ed il 60% di questa arriva dagli Stati Uniti. La riprova del nesso tra mondo dell’agricoltura e voto politico arriva dall’Associated Press, che mettendo in relazione diversi dati, ha dimostrato che il Presidente ha vinto nell’89% delle contee che producono e esportano soia.
Forse è il caso di dire che il botta e risposta è diventato un gioco al rialzo. Nelle ultime ore Trump è tornato all’attacco: ‘raddoppiando’ le sanzioni economiche contro la Cina dando ordine a Robert Lighthizer di studiare nuove tariffe per un totale di 100 miliardi di dollari.
La Cina reagirà a breve: “Prenderemo ogni misura per rispondere”, ha detto il portavoce del Ministero del Commercio di Pechino. Gli Usa hanno preso la “decisione sbagliata”, afferma a chiare lettere Gao Feng, il portavoce dello stesso ministero.
Nell’attesa di capire quanto stia davvero rischiando Washington – “per adesso si tratta solo di proposte, siamo aperti ai suggerimenti”, chiarisce il segretario al commercio, Wilbur Ross. Ma ci pensa la borsa a fugare qualsiasi dubbio.
Il tonfo di Wall Street in chiusura di seduta venerdì scorso parla chiaro. L’annuncio sugli ultimi dazi su merci cinesi da parte della Casa Bianca ha portato il Dow Jones a chiudere in calo del 2,34% con il Nasdaq che lascia sul terreno il 2,28%. Lo spavento e l’incertezza sui mercati anche quelli europei insieme ai dati non incoraggianti sul mercato del lavoro statunitense, dipingono un quadro tutt’altro che roseo.
Giorgia Orlandi
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy