Candidato alle presidenziali del 2016, imprenditore di successo, uno degli uomini d’affari più ricchi del mondo, personalità televisiva e uomo di spirito. A Donald Trump sembra non mancare proprio nulla, se non forse un po’ di capelli. Recentemente la sua chioma bionda, folta, ma di provenienza un po’ sospetta, era persino riuscita ad oscurare la scritta “Time” sulla prestigiosa copertina del noto settimanale americano. Ma la potente criniera leonina non ha retto alle critiche sul web che l’hanno ingloriosamente paragonata ad una serie di soggetti pelosi: un porcellino d’india, una pannocchia col ciuffo, un gattone acciambellato, un folto mucchio di paglia e persino un troll capelluto.
“L’uomo del toupet.” questa la prima pagina del New York Times commentata tra l’ironico e l’indignato da Donald Trump dal centro congressi di Greenville, nella Carolina del Sud, durante un suo discorso elettorale, “Io non indosso nessun toupet, sono i miei capelli. Lo giuro!” Poi chiama una donna dal pubblico, la invita a salire sul palco e a fare un controllo. “La cosa sta diventando pazzesca” dice il magnate e prega la donna di tirargli una ciocca di capelli, ma non troppo forte perché usa la lacca. La donna tocca i suoi capelli, si ride, e poi dichiara “Sì credo che siano i suoi capelli”. Qualche complimento e Trump cattura la simpatia del pubblico. A questo punto può mettere fine alla questione ed ad ogni possibile dileggio, liquidando il tutto con “Io non porto il Toupet”. Vantaggi dell’essere un politico con grandi capacità istrioniche.
V. A.
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