Gli effetti di pensieri quali “le donne non sono uguali agli uomini”, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan lo ha dichiarato in maniera esplicita intervenendo nel novembre scorso ad un meeting dedicato proprio al tema “Donne e giustizia” possono causare danni, anche irreparabili. Che possono facilmente tradursi in azioni violente. Come quella avvenuta nella provincia sudorientale di Diyarbakir, dove un uomo è stato fermato dalla polizia turca con l’accusa di aver sparato in testa ad una ragazza di 19 anni.
A riferirlo sono i media locali. La giovane Mutlu Kaya, che si trova in ospedale in condizioni critiche, è stata aggredita domenica notte mentre si trovava in casa. Secondo quanto emerso, l’aggressione alla ragazza sarebbe stata a scopo punitivo per la sua decisione di partecipare a un talent show musicale in tv, nonostante l’obiezione di parte della famiglia.
Il 30 marzo scorso la ragazza aveva ricevuto la visita della nota cantante turca Sibel Can, che le aveva chiesto di prendere parte al concorso dopo averla ascoltata nei provini. Qualche giorno dopo sono però emerse presunte minacce di morte ricevute dalla giovane da parte del clan legato alla famiglia paterna. “Quando hanno sentito che avrei partecipato, mi hanno detto che mi avrebbero uccisa. Ho paura”, ha detto la ragazza ai responsabili del talent show, citata dai media turchi.
“La nostra religione – ha dichiarato ancora Erdogan al meeting ‘Donne e giustiozia’ – ha definito il posto delle donne nella società: la maternità. Porre donne e uomini sullo stesso piano è contro natura. Uomini e donne sono stati creati diversi. La loro natura è differente. La loro costituzione è differente. Perché alle donne non è richiesto di fare lo stesso lavoro degli uomini, come nei regimi comunisti. Mentre le madri godono di una posizione alta, la più alta. Che solo loro possono raggiungere”.
Non essendo il presidente turco, devoto musulmano, l’unico a pensarla così, vien da sé che la Turchia non è un Paese per le donne. I femminicidi sono un problema allarmate. Secondo i dati delle ong, nel 2014 294 donne sono state uccise, mentre quest’anno sono già 91: se si continua con questo ritmo, il totale dello scorso anno verrà superato del 20% almeno. A febbraio si verificò ad esempio la vicenda della 20enne Ozgecan Aslan, studentessa di psicologia di Mersin picchiata, stuprata, uccisa e bruciata dall’autista di un minibus di cui era rimasta l’ultima passeggera. L’episodio suscitò un’ondata di emozione e di sdegno in tutto il Paese. Secondo quanto riferito dalla stampa di opposizione, da quando è al potere il partito islamico Akp del presidente, Recep Tayyip Erdogan, le violenze contro le donne sono aumentate del 400%.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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