Tra attacchi terroristici e crisi internazionali, i turisti rivedono i loro piani per le vacanze. Dove si sentono più sicuri? Ai confini del mondo, oppure vicino a casa propria. Le mete sono Thailandia, Australia, Giappone, ma anche Spagna ed Italia, sentite come “più sicure”.
Quasi abituati a notizie di stragi, attentati e sconvolgimenti politici, i turisti “stanno diventando meno ‘emotivi’ – afferma Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi-Confersercenti- ma programmano sempre più all’ultimo momento le partenze”, per ridurre al minimo le brutte sorprese.
“E soprattutto – spiega Matteo Pennacchi, fondatore della NomadCommunity – si viaggia con altre motivazioni: c’è il manager che fa il ‘carrier break’, il neo laureato, chi va a fare l’esperienza nei kibbutz. L’Italia? Qualche settimana fa era al settimo posto nell’incoming, sono convinto che tornerà nella top five”.
Fuori dai percorsi turistici ovviamente la Turchia, ma anche la Tunisia e il Maghreb, mentre la Francia si piega ma non si spezza: “dopo gli attentati di novembre le prenotazioni calarono di oltre il 50%, con un azzeramento sui week end.Vedremo quanto peserà la strage di Nizza. Nel complesso, la voglia di viaggiare rimane, ma si vive giorno per giorno” continua Rebecchi.
In Costa Azzurra,“non c’è stato un effetto cancellazioni dopo Nizza. Abbiamo avuto qualche richiesta di chiarimento, sulle policy in caso di rinuncia o cambiamento di meta, ma solo nei prossimi giorni verificheremo eventuali sofferenze. Dopo gli attentati di novembre e dopo l’abbattimento del jet russo al confine con la Siria, invece, ci fu una sorta di blocco nelle partenze a 360 gradi” commenta Pier Ezhaya, vicepresidente di Astoi Confindustria Viaggi.
Mentre il “turismo Usa privilegia le nostre città d’arte” anche se si sta registrando un calo tra l’8 e il 10% rispetto all’anno scorso, spiega il presidente di Federlaberghi Bernabò Bocca, il mercato che non sembra subire flessioni è quello dei giri del mondo: “I biglietti sono flessibili, gli itinerari modulabili”.
“Dopo un inizio d’anno promettente, dobbiamo ora valutare gli effetti degli ultimi avvenimenti, dalla Brexit agli attentati. Se a fine anno il giro d’affari totale raggiungerà i livelli 2015, 170 miliardi, saremo soddisfatti” ha concluso Bocca.
P.M.
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