In una vecchia base militare della Guerra fredda, soldati Tedeschi e Olandesi prestano servizio insieme in un battaglione carristi e sull’attenti urlano il proprio grido di battaglia in entrambe le lingue. E’ il primo battaglione che in Europa è formato da soldati di due nazioni, ed è un primo piccolo ma importantissimo passo verso una maggiore cooperazione militare europea. Emersa per la prima volta dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’idea di un esercito europeo è vecchia quanto l’unione stessa, ma non è ancora diventata realtà. Ora, tuttavia, l’idea ha guadagnato nuova urgenza a causa della minaccia dell’amministrazione Trump di ritirare la propria copertura finanziaria alla sicurezza del continente se l’Unione non spenderà più soldi per la propria difesa. In un incontro di alto livello sulla sicurezza, di qualche settimana fa, la rottura tra USA ed Europa è venuta allo scoperto, lasciando a molti ufficiali europei la sensazione di essere sempre più soli. Il tenente colonnello Marco Niemeyer, comandante tedesco del battaglione, ritiene il progetto di cui fa parte pionieristico. Anche se alcuni potenti leader europei hanno iniziato a far sentire la propria voce in merito ad un esercito Europeo, la situazione politica è tesa. I partiti populisti che stanno sorgendo da ogni parte nel continente, alimentano un crescente nazionalismo che minaccia la coesione europea, e che ha reso la prospettiva di cedere sovranità, su un tema delicato come la sicurezza nazionale, ancora più difficile. Inoltre le sfide pratiche, per rendere più credibile una cooperazione europea in tema di difesa, appaiono immense. Per vedere dei progressi, gli analisti concordano che è la Germania, la nazione più grande e più ricca d’Europa, a dover fare di più, incluso superare la propria riluttanza, dopo la seconda guerra mondiale, a porsi come guida in questioni strategiche. L’esercito tedesco ha già troppi pochi soldati, troppo poco equipaggiamento e si confronta con scarsità di ogni cosa, persino di biancheria intima termica che, grazie ad un espediente burocratico che la riclassifica come “funzionale”, viene riciclata tra un battaglione e l’altro, in base alla latitudine delle missioni. In questo contesto, il Battaglione Carristi 414 è diventato un informale caso-test su ciò che deve essere fatto, per raggiungere una maggior efficienza e una più ampia cooperazione. La base militare in Lohheide riassume in piccolo la difficile storia del Continente; costruita dai Nazisti negli anni ’30 e utilizzata dagli Alleati durante la Guerra Fredda, quando la Germania dell’Ovest era ancora l’estremo confine orientale della NATO, è diventata ora casa di un esperimento di difesa post-nazionale. Il battaglione è Tedesco, ma un soldato su quattro è Olandese. I carri armati sono Tedeschi, ma il sistema radio è Olandese e la lingua di comando è sempre più l’Inglese. “Lavoriamo già molto più strettamente insieme di quanto i politici avessero previsto – afferma il Colonnello Niemeyer, il comandante Tedesco – Non ragioniamo più in termini nazionali”. Poi aggiunge: “ I valori che stiamo difendendo sono europei. Il confine che stiamo difendendo non è quello tra Germania e Olanda. E’ il confine orientale della NATO”. Morirebbe per l’Europa? “Certo”, risponde.
Ma il contrasto tra l’idealismo così evidente nelle caserme e l’assenza di una guida politica resta impressionante, dicono esperti di difesa e analisti, specialmente a Berlino. “C’è un gigantesco disaccordo tra il livello tattico-militare e quello politico” afferma Jan Techau, direttore del Programma Europa alla German Marshall Fund in Berlino. “La vita che abbiamo avuto negli ultimi 70 anni è stata possibile grazie alle garanzie di sicurezza americane che abbiamo avuto in buona parte gratuitamente – afferma Techau – Questa è la ragione per la quale non siamo Ucraini e non viviamo nella sfera di influenza della Russia”. Il primo battaglione Europeo a due nazioni è dunque nato per necessità tanto quanto per un desiderio di maggiore cooperazione. “Dopotutto – prosegue – la richiesta del Presidente Trump è legittima. Vogliamo vivere in liberta, ma siamo pronti a pagare per essa?”. Alla fine della Guerra Fredda la Germania aveva 500.000 soldati e più di 3.000 carri armati e spendeva il 2.4% del proprio PIL in difesa. Oggi ha 182.000 soldati e 325 carri armati e spende solo l’1,3% del PIL in difesa. Nonostante abbia firmato un impegno con gli altri alleati della NATO per arrivare a spendere entro il 2024 il 2% del proprio PIL, la Germania ha ridotto l’obiettivo all’1,5%. Il Ministro della Difesa tedesco, Ursula von der Leyen, ha ammesso in un’intervista che 25 anni di ridimensionamento hanno svuotato le strutture. Ma ha insistito sul fatto che “abbiamo superato il fondo e ora siamo sulla strada giusta”. La spesa militare è aumentata per 5 anni consecutivi fino al 36%. La Germania è il secondo maggior contribuente in termini di stanziamenti e truppe. Ma per i critici non è abbastanza. In media vola solo uno su tre degli Jet Eurofighter tedeschi e degli elicotteri da combattimento, almeno secondo le cifre pubblicate lo scorso anno, le ultime disponibili. In Gennaio solo 3 dei 6 sottomarini, e ben meno della metà delle due dozzine di aerei da trasporto A400M, erano adatti allo scopo. “In tutte le aree c’è una carenza di materiale”, ha scritto questo mese nel suo resoconto Hans- Peter Bartels, membro della commissione per le forze armate del parlamento Tedesco. Il Battaglione 414 evidenzia la necessità di una cooperazione europea: la Germania ha troppi pochi soldati, gli Olandesi non hanno un programma di carri armati, ma insieme possono dar vita ad un battaglione. “Sono due squadre fragili che si aiutano a vicenda” ha scritto Thomas Wiegold, un rispettato blogger militare. In un’intervista Bartles ha detto che crede che un esercito Europeo – o un esercito di Europei come preferisce chiamarlo – sia il futuro, ma che ci sarà bisogno di una generazione per crearlo. Sforzi come il Battaglione 414 sono “isole” che hanno bisogno di moltiplicarsi e poi fondersi in una struttura di difesa continentale credibile, ha detto. Dovrà inoltre includere un consiglio di sicurezza per prendere decisioni su come schierare le forze, così come un comando unificato. Tutto ciò è una sfida – non ultimo perché i tedeschi semplicemente non si sentono a rischio.
Un recente sondaggio ha mostrato che 7 tedeschi su 10 non vedono una minaccia nella Russia. Un numero tre volte maggiore di tedeschi ha più fiducia che il Presidente Russo Vladimir Putin e il Presidente Cinese Xi Jinping “stiano facendo la cosa giusta” rispetto a Trump, visto invece come una minaccia tanto grande quanto la Nord Corea. “Abbiamo fallito nello spiegare al popolo Tedesco quanto profondamente è cambiata la nostra situazione geopolitica, e quanto profondamente ciò cambi il ruolo della Germania” ha detto Norbert Röttgen, legislatore del partito conservatore del Cancelliere Angela Merkel. Una delle ragioni che ha determinato il successo del battaglione 414 è che i tedeschi del nord e gli olandesi sono vicini culturalmente. Nonostante i discorsi della Merkel e del Presidente francese Emmanuel Macron riguardo ad un “vero esercito europeo”, l’esperienza della brigata franco-tedesca in Alsazia è stata molto diversa. “I tedeschi non parlano francese; i francesi non parlano inglese” ha detto Peter Bartels. Ancora più significativo, ha proseguito “le culture strategiche in Francia e in Germania sono molto differenti, anche se c’è la volontà politica di scendere a compromessi”. Le pressioni sull’Europa per provvedere alla propria difesa, inclusi i discorsi del Presidente Trump sull’uscita dalla NATO, sono le più grandi dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Per far funzionare un esercito europeo, la Germania dovrà superare un’innata prudenza, dal secondo conflitto, riguardo agli interventi militari. “Per un lungo tempo c’è stata una visione che noi non dovessimo essere coinvolti in conflitti a causa della nostra storia, ma questa visione sta cambiando – ha detto il ministro della difesa von der Leyen. “ed è precisamente in ragione della nostra storia che abbiamo bisogno di essere coinvolti”.
La Storia non è mai molto lontana in Germania.
Il Caporale di Prima Classe Leon Berkepeis è tra i 100 soldati che prestano servizio nei carri armati tedeschi sotto il comando tedesco. Suo nonno, un combattente per la libertà olandese, fu ucciso dai Tedeschi durante l’occupazione dell’Olanda da parte di Hitler. Quasi ottant’anni dopo, uno dei suoi amici nel battaglione è un Tedesco il cui nonno era nelle S.S.
La base di Lohheide è a pochi passi da Bergen-Belsen, l’ex campo nazista dove morì Anna Frnak nel 1945. Alcuni edifici della base furono usati dal campo verso la fine della guerra. Oggi, ci sono visite regolari organizzate per i soldati. Alcuni soldati Olandesi hanno ricordato che prima di arrivare sono stati avvisati di evitare barzellette sulla Seconda Guerra Mondiale. “Non nominate la guerra”, li ha messi in guardia un maggiore tedesco.
I soldati tedeschi e olandesi hanno detto che non sanno ancora se potranno tenere l’intimo termico che gli è stato assegnato per un’importante esercitazione della NATO in Norvegia lo scorso autunno. A parte questo, il battaglione ha pochi motivi di cui lamentarsi. La sua flotta di 24 carri armati Leopard è destinata a espandersi a 44 entro la fine dell’anno.
Ma i soldati sanno di essere l’eccezione alla regola. “Stiamo diventando una priorità” ha detto uno dei colleghi tedeschi del caporale Berkepeis, il capitano Frederik Fischer. “Se si vuole un esercito europeo, questo progetto non può fallire. Se la Germania vuole essere presa sul serio, non può fallire “.
Christopher F. Schuetze contributed reporting from Berlin.
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