A questo punto l’ordine dall’alto è chiudere il discorso quanto prima. Magari mettendoci la fiducia. “Pensiamo sia arrivato il momento di mettere la parole fine a questo lungo rinvio costante che c’è stato” sulle unioni civili, “per quello che ci riguarda l’importante è chiudere velocemente”, lo ha detto Matteo Renzi alla stampa estera. Due sole soluzioni possibili, secondo il Premier, come ha indicato all’assemblea del Pd convocata martedì alle 20 per decidere: cercare un’intesa di governo con Ncd e mettere la fiducia sul testo frutto dell’accordo. O puntare sui Cinque stelle e “sperare” che non si tirino anche questa volta indietro. E’ a questo “bivio”, la legge sulle unioni civili. Due sole soluzioni possibili, secondo Matteo Renzi. Il premier all’assemblea del Pd non indica la via: saranno i senatori Dem, convocati martedì alle 20, a votare per decidere.
Intanto dal mondo della cultura e dello spettacolo arriva un assist al governo che, in ogni caso, sulla legge Cirinnà sta giocando una partita molto importante che potrebbe compromettere la durata della legislatura. Su change.org la lettera appello rivolta ai parlamentari per cogliere “l’occasione storica di fare un primo passo verso il riconoscimento di diritti civili e umani fondamentali”. Circa 400 le firme di personalità raccolte nella petizione, dall’etoile Roberto Bolle al neo direttore di Raitre Daria Bignardi; da Jovanotti e Tiziano Ferro a Eros Ramazzotti e Laura Pausini, per la musica, mentre per il cinema c’è il regista Paolo Virzì e per la letteratura lo scrittore Andrea Camilleri.
“È tardi per perdersi in strategie politiche, si sta parlando delle vite concrete di milioni d’italiani in estenuante attesa di esistere agli occhi dello Stato. Siamo fuori tempo massimo, come hanno chiaramente indicato la Corte Costituzionale e la Corte Europea dei Diritti Umani. La legge Cirinnà è già frutto di numerosi compromessi con un Parlamento che, in nome di una presunta difesa dell’infanzia, sceglie di ignorare i bambini italiani che oggi crescono privati dei loro diritti”, si legge nell’appello firmato dall’artista Sebastiano Mauri.
“Se comparata alle leggi vigenti nei Paesi a noi vicini e affini, questa legge, oltre ad arrivare ultima in Europa occidentale, garantisce il minimo dei diritti alle persone LGBT. Un minimo oltre il quale non si può sconfinare, perché significherebbe approvare una legge di facciata o peggio lesiva, rimandando al mittente il riconoscimento di legittimità di milioni d’italiani e delle loro famiglie”.
“Accorgersi di un’ingiustizia e correggerla a metà significa perpetuarla. È insufficiente non essere razzisti, omofobi o sessisti, è necessario essere operosi nella lotta contro il razzismo, l’omofobia o il sessismo, combatterli ovunque si celino, soprattutto attraverso gli strumenti legislativi in mano al Parlamento”, si legge ancora nella lettera.
“Un Paese dove tutti i cittadini, di là dal genere, razza, o orientamento sessuale, godono di pari opportunità, è un Paese più ricco, produttivo e felice. Il prezzo dell’esclusione lo paga la società intera”.
“Abbiamo oggi l’occasione di fare la Storia, chiediamo pertanto la celere approvazione della legge Cirinnà nella sua completezza, permettendo all’Italia di unirsi al resto d’Europa e di sempre più Paesi del mondo nel riconoscimento di diritti fondamentali a tutti i suoi cittadini”, conclude Mauri.
Il momento è importante per Matteo Renzi che in due anni di governo traccia i primi bilanci chiedendo agli italiani, attraverso un sondaggio su Facebook, di indicare “qual è la prossima priorità”. Invita anche tutto il Pd a sostenerlo perché, dice, “da solo non ce la faccio” , mentre invece si dovrebbe andare “porta a porta” per parlare del “cambiamento strabiliante” operato in questi due anni.
Un “cambiamento strabiliante” che il Presidente del Consiglio dice essere sotto gli occhi di tutti. Sarebbe forse il caso che a parlare di questo cambiamento ‘strabiliante’ fossero le centinaia di imprese che ogni giorno continuano a chiudere, le migliaia di famiglie che hanno consegnato la propria abitazione alle banche nell’impossibilità di continuare a pagare il mutuo, le decine di migliaia di giovani che non trovano occupazione. Intanto, però, pensiamo alla legge sulle unioni civili, perché si possa dire finalmente dire che anche il nostro Paese, dove la sopravvivenza quotidiana è ormai difficile, tutti i cittadini godono di opportunità alla pari….
A.B.
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