Era il 2008 e all’Università La Sapienza di Roma si creò un fronte anti-Ratzinger, formato da professori e studenti, per opporsi all’invito verso Benedetto XVI. L’umiltà del Pontefice e la rabbia anticlericale fecero in modo che l’incontro effettivamente saltò, l’indignazione ebbe un eco internazionale e il prestigio dell’ateneo romano venne macchiato di intolleranza .
Oggi, dieci anni dopo, una simile intolleranza torna a La Sapienza. Il Coordinamento universitario Link, nato proprio nel 2008, vuole cacciare gli Universitari per la Vita, un’associazione studentesca presente in particolare proprio presso La Sapienza. Ieri i giovani sono stati aggrediti da un gruppo di femministe e militanti per l’aborto mentre distribuivano volantini agli studenti, come fanno tante altre realtà universitarie. Al contrario di quelli di altre associazioni studentesche, sui manifesti non si celebrava la droga libera, l’eutanasia o la censura del Papa, ma si parlava della vita umana, della sua sacralità e di alternative all’interruzione di gravidanza.
Ecco la denuncia degli Universitari per la Vita:
«Oggi dei nostri ragazzi UpV si sono recati al dipartimento di Lettere della Sapienza e, con regolare permesso, hanno fatto un aperitivo/volantinaggio per la sensibilizzazione delle persone sul tema dell’aborto. In seguito ad un pacato dialogo con delle ragazze pro-choice femministe, si è scatenato l’inferno. I nostri amici UpV si sono ritrovati circondati almeno da una ventina di persone che con molta nonchalance si sono avvicinate al tavolino e hanno cominciato a strappare i nostri volantini, i nostri opuscoli e a sperperare le vivande che avevano portato per condividerle con gli altri. Hanno insultato le nostre ragazze dicendo loro parole offensive e irripetibili, questa sarebbe la loro idea di “difesa della donna”? Ci chiediamo, perché, se pensano che le loro idee sono così forti da non poter essere contrastate, hanno bisogno di ridurre al silenzio persone che la pensano diversamente da loro? La violenza che è stata manifestata nei confronti dei nostri amici UpV è inaccettabile. Probabilmente se fossimo stati noi ad interferire con una delle loro iniziative femministe pro-aborto, non avrebbero esitato ad aggredirci anche fisicamente».
Poche ore dopo è uscito il farneticante comunicato in stile “anni di piombo” del Coordinamento Link, intitolato “Fuori i pro-life dall’Università”, in cui si rivendica l’aggressione e si annunciano altri attacchi: «Continueremo a lottare per la nostra libertà di autodeterminarci e per un’università laica e transfemminista». La violenza è stata rivendicata anche delle femministe di Non una di meno. Ma il post su Facebook è stato sommerso da critiche veementi e sta diventando un caso nazionale.
Il rettore Eugenio Gaudio vuole che un altro episodio d’intolleranza macchi La Sapienza? Desidera che la violenza del Coordinamento Universitario Linkdanneggi la reputazione dell’Università? E’ d’accordo con la censura di idee ed opinioni di chi ha ricevuto un regolare permesso per manifestarle da parte degli organi amministrativi della sua stessa università? Le stesse affermazioni contro l’aborto, ben più “forti”, sono state oltretutto pronunciatepoche ore fa da Papa Francesco: «Ma come può essere terapeutico, civile, o semplicemente umano un atto che sopprime la vita innocente e inerme nel suo sbocciare? Io vi domando: è giusto fare fuori una vita umana per risolvere un problema?. È come affittare un sicario». L’Università censurerà anche il successore di Benedetto XVI?
L’indirizzo email del rettore Gaudio è rettore@uniroma1.it Oltre a commentare sui social sarebbe opportuno porre a lui stesso queste domande, chiedendo un suo deciso intervento.
La redazione UCCR – Unione Cristiani Razionalisti
Da segnalare che nessuna redazione, oltre quella di Scelgonews.it, nessun telegiornale o radiogiornale, né – tantomeno – qualche agenzia di stampa, hanno fatto riferimento all’episodio accaduto questa mattina nell’università romana. Un fatto da non sottovalutare, perché questo riporta indietro agli anni della intolleranza più becera che ha visto la Sapienza tante volte teatro di episodi ancora più gravi.
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