La presunta trattativa Stato-mafia, questo il tema dell’ultimo film di Sabina Guzzanti presentato nella sezione Fuori Concorso della 71esima Mostra del Cinema di Venezia e accolto, durante la proiezione di mercoledì sera, da una selva di applausi e (amare) risate. Una messa in scena dal sapore teatrale che vede impegnati attori, oltre alla stessa Guzzanti, come Enzo Lombardo, Ninni Bruschetta, Filippo Luna, Franz Cantalupo e Claudio Castrogiovanni, che la regista, assiepata in mezzo a loro in apertura di film, definisce, citando il Volonté del corto di Elio Petri sulla morte di Pinelli, «un gruppo di lavoratori dello spettacolo che hanno sentito il dovere di intervenire con l’immaginazione». Una finzione che aderisce alla realtà e una realtà che assume la sembianza di finzione. In uscita nelle sale il 2 ottobre il film si compone, oltre che della recitazione degli attori, anche di animazioni grafiche, interviste e materiale di repertorio.
Al centro della pellicola è la “stagione delle bombe” del ’92-’93, scatenata da una mafia inquieta che ambiva da un lato alla rimozione del 41 bis inerente il regime carcerario e dall’altro ad ottenenere un referente forte, autorevole, all’interno della politica. La trattativa Stato-mafia, e le relative collusioni che interessarono a più livelli il mondo della politica, dell’imprenditoria e delle istituzioni dell’epoca, si pone come un punto di non ritorno significativo e ineludibile che caratterizzerà in maniera decisiva l’Italia degli anni a venire.
Una storia importante, una storia che andava raccontata. «Sento che spesso – argomenta la Guzzanti, che per il lungometraggio non ha ricevuto alcun finanziamento dal Ministero dei Beni Culturali né il certificato di film di interesse culturale – i registi nelle interviste, alla domanda: “cosa ti piace del tuo mestiere?”, rispondono: “mi piace raccontare delle storie”. È un ottimo modo per dare una risposta breve a una domanda impossibile, ma certo suona un po’ come una banalità. Eppure se mi domandassero ora: “cosa ti è piaciuto nel realizzare questo film?”, risponderei: “mi è piaciuto riuscire a raccontare questa storia”».
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