Fino al 4 maggio al teatro Brancaccio di Roma si replica Karol Wojtyla la vera storia, una rappresentazione avvincente che, attraverso il linguaggio filmico del musical d’oltreoceano e il connubio di due tecnologie usate per la prima volta in un’opera teatrale (3D e ologramma), fa rivivere in palcoscenico. proprio in concomitanza con l’elevazione agli altari di Giovanni Paolo II, la storia di un grande uomo e comunicatore.
Il sipario si apre sulla città natia Wadowice perché, come ha scritto lo stesso Wojtyla, da qui è cominciato tutto: la scuola, i lutti (prima la madre e poi il fratello maggiore appena laureato in medicina), gli studi, gli affetti, l’esperienza teatrale, il sacerdozio, l’inizio della guerra, l’invasione della Polonia, la convivenza forzata con il regime comunista, la nomina cardinalizia, fino al famoso conclave del 1981 e alla frase ormai passata alla storia “Se sbaglio…mi corrigerete”.
La regia del musical è di Duccio Forzano, autore anche dei testi insieme a Donatella Damato, Patrizia Barsotti e Gaetano Stella. Suggestivi i flashback ed i balletti, le cui coreografie sono firmate da un grande della danza come Tuccio Rigano. Le musiche sono del Solis String Quartet, le canzoni scritte da Noa con Gil Dor.
Virgilio Brancaccio, attore-cantante che ha iniziato la sua esperienza teatrale già all’età di tre anni in “Liolà”, con Massimo Ranieri, interpreta il Papa proclamato Santo domenica 27 aprile. A questo giovane talentuoso abbiamo chiesto cosa abbia significato per lui questo viaggio intenso che ripercorre la straordinaria vita di Karol Wojtyla, prima laico e poi sacerdote.
Come è stata la sua esperienza nel musical e come si è sentito ad interpretare una delle figure più carismatiche del secolo?
E’ la mia prima esperienza in un musical anche se vengo dal teatro e sono cresciuto in una famiglia di attori teatrali. E’ stato emozionante interpretare Karol Wojtyla. Certo è anche una grande responsabilità dato lo spessore umano del personaggio.
Qual è la caratteristica che l’accomuna al Papa uomo e quale aspetto le è piaciuto di più far venir fuori?
Penso il carisma che lo contraddistingueva. Mi sono sempre ritrovato ad essere leader nel mio giro di amicizie. Una cosa che ho cercato di far arrivare al pubblico è l’equilibrio tra la sua parte fragile, vulnerabile e dolce e quella invece più forte ed incisiva che lottava per un mondo migliore.
Quali sono i messaggi che le sono rimasti più impressi?
Sono legato a due frasi in particolare. La prima è “Non abbiate paura!” e la seconda è “Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro”.
Cosa pensa della paura, allora, e come crede di aver trasformato la sua vita in un capolavoro?
La paura è il motore che accende le nostre problematiche, ci condiziona e ci accompagna sempre, per questo va esorcizzata, per esempio andando a teatro come faceva anche il Papa da giovane. Far teatro è il mio modo di trasformare la vita in un capolavoro. Andrebbe addirittura insegnato nelle scuole. Lo metterei come materia alle medie e superiori perché aiuta i ragazzi a togliere timidezze ed inibizioni, oltre che a liberarsi di inutili sovrastrutture mentali.
Quale episodio della vita di Giovanni Paolo II è il più significativo secondo lei?
Sicuramente il momento più esaltante è quello della chiamata, sottolineato nel musical dalla canzone “Un altro uomo” dei Solis String Quartet.
Qual è il suo personale rapporto con la fede?
Vengo da una famiglia cattolica e sono un cattolico praticante, quindi ho sempre avuto un rapporto molto intenso con la religione.
In cosa l’ha cambiata fare questo musical?
Umanamente mi ha fatto avvicinare ancora di più alla fede, facendomi vedere il lato bello e positivo delle persone e delle situazioni. Purtroppo ci lamentiamo sempre, non accontentandoci di ciò che abbiamo. Attorialmente parlando mi ha fatto amare ancora di più il teatro.
Dal nostro colloquio con Virgilio Brancaccio traspare una grande limpidezza e chiarezza d’intenti, unite ad una trascinante passione per il teatro e ad un incondizionato amore per la vita, che rende ancora più apprezzabile questo musical e i messaggi ad esso collegati, come quelli di non piegare mai il volere alle parole dei potenti e di combattere sempre senza dimenticare di ascoltare il cuore delle persone. Questo l’esempio di Giovanni Paolo II, uno degli uomini che ha cambiato per sempre il mondo, illuminando le nostre esistenze e dando un senso nuovo a tutto ciò che siamo.
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