Ottavo anno consecutivo di mobilitazione mondiale attraverso l‘Earth Hour Day. Un’ora al buio per far respirare il nostro Pianeta “malato”.
La più grande manifestazione mondiale contro i cambiamenti climatici torna il 29 marzo. Earth Hour è la grande mobilitazione globale del WWF che, partendo dal gesto simbolico di spegnere le luci per un’ora, dalle 20:30 alle 21:30, coinvolge cittadini, istituzioni e imprese in azioni concrete per dare al mondo un futuro sostenibile e vincere la sfida del cambiamento climatico.
L’iniziativa è nata in Australia, promossa dal Worl wide fund for Nature Australia (WWF), gruppo ambientalista, e dal Sydney morning Herald. Dalla prima edizione del 2007, che ha coinvolto la sola città di Sidney, la grande ora di buio si è rapidamente propagata in ogni angolo del Pianeta, lasciando senza luce piazze, strade e monumenti simbolo come il Colosseo, Piazza Navona, il Cristo Redentore di Rio, la Torre Eiffel, Il Ponte sul Bosforo, Times square e tanti altri luoghi d’interesse, per supportare la campagna di sensibilizzazione che il WWF porta avanti ormai da sempre. Quest’anno il via allo spegnimento delle luci sarà dato dalle Isole Samoa, alle 20,30 ora del posto (8,30 del mattino in Italia) e dopo il giro della Terra si chiuderà a Tahiti passando per Amazzonia e Artico. Tra i luoghi simbolo rimarranno al buio l‘Empire State Building, il Tower Bridge di Londra, la Porta di Brandemburgo, il Cremlino e la Piazza Rossa di Mosca. Da San Pietro (Cupola e facciata) a Firenze (piazzale Michelangelo e Basilica di Santa Croce), da Napoli a Venezia (Piazza San Marco e Palazzo Ducale) a Milano (Palazzo Lombardia) fino alla Valle dei Templi, anche in Italia ci si prepara all’evento che spegne le luci ma che allo stesso tempo prova ad accendere i riflettori su cambiamenti climatici, riscaldamento globale e necessità di ridurre le emissioni di CO2. Il messaggio sul cambiamento climatico verrà diffuso ovunque, dalla Finlandia, dove il WWF ha promosso un appello per salvare l’Artico, a Parigi, dove si chiederà ai cittadini di scatenare una tempesta di tweet per chiedere ai rappresentanti istituzionali che parteciperanno nel 2015 nella capitale francese alla COP21 sul clima di firmare un trattato internazionale vincolante sulla riduzione entro il 2020 delle emissioni di CO2.
Questo, affinché “i governi adottino politiche energetiche a favore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica. Significa anche intervenire sui nostri consumi di energia – spiega il Wwf, nel messaggio che accompagna la mobilitazione – tutte le persone, istituzioni, comunità, aziende, devono unirsi per avviare un grande cambiamento”.
Il fondo mondiale per la natura chiama tutti ad chiamati ad agire in prima persona per ridurre le emissioni di gas serra intervenendo sui consumi di energia e per stimolare i governi affinché adottino politiche energetiche. L’anno scorso l’Ora della Terra ha visto partecipare oltre 2 miliardi di persone in 7.000 città e 154 Paesi del mondo. Il 29 marzo sono previsti molti eventi, iniziative speciali sul web e nelle migliaia di città coinvolte. Alla manifestazione possono aderire tutti, per esempio, spegnendo per un’ora la luce a casa, in ufficio, nei musei; si può segnalare la propria partecipazione sul sito dell’evento http://www.earthhour.org/ . Da mezzogiorno del 29 marzo 2008 fino alla fine della giornata, la homepage di Google negli Stati Uniti, in Canada, in Irlanda e nel Regno Unito è stata resa su fondo nero. La frase che si poteva leggere sullo schermo era “We’ve turned the lights out. Now it’s your turn – Earth Hour.” (“Noi abbiamo spento le luci. Ora tocca a voi – Ora della Terra”).
Nata e cresciuta a Roma, si laurea presso l'Accademia di Costume e Moda di Roma, trattando la propria tesi sulla "Nascita e l'evoluzione del giornalismo di moda". Curiosità, determinazione e voglia di crescere professionalmente caratterizzano il mio profilo.
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