Per Totti gol e primato
A Manchester, una città non certo evocativa di bei ricordi per la Roma, i giallorossi erano chiamati ad un impegno che, pur programmato solo come seconda partita del girone, si poteva considerare già cruciale. L’esame d’inglese con il City è stato superato alla grande: un 1-1 che, per come è maturato, va persino stretto ai capitolini.
Francesco Totti, gol-record a Manchester
La serata in terra d’Albione rimarrà, comunque, impressa come marchio a fuoco nella memoria di ogni tifoso romanista perchè, oltre ad una prestazione da leccarsi i baffi e ad un risultato che potrebbe orientare il discorso qualificazione, ha visto un giovane uomo di 38 anni e 3 giorni ma con la freschezza di un ragazzino, Francesco Totti, realizzare il record di calciatore più longevo ad andare a segno in un match di Champions (battuto il precedente primato che apparteneva ad un’altra bandiera, il gallese Ryan Giggs dello United, a segno a 37 anni e 9 mesi, mentre quello assoluto in Coppa dei Campioni rimane, al momento, di proprietà del colonnello Ferenc Puskas). E proprio a Manchester, la città dove ha dipinto calcio e cross colui che lo deteneva, anche se sponda red devils. Peraltro, il morbido esterno destro calibrato con il goniometro che ha superato Hart ha consentito al capitano della Roma di sfatare il tabù delle zero reti segnate in Inghilterra, sottolineato anche da un beffardo tweet dell’ufficio stampa del City (“Benvenuti, è un piacere ospitarvi… ma è vero che il giocatore più forte della vostra storia non ha mai segnato in Inghilterra?“, a volte un pò di italica scaramanzia non guasterebbe…).
Il rigore di Aguero per l’1-0 City
City-Roma è stata una partita solo in apparenza equilibrata con un possesso palla alla pari nei primi 45 minuti e una leggera supremazia territoriale inglese nella ripresa, ma, in realtà, ha evidenziato la differenza notevole che intercorre tra una squadra che sa alternare una buona circolazione di palla in orizzontale ad improvvise accelerazioni in verticale ed una monodimensionale che sfrutta il campo solo in larghezza. Di più: tra una squadra dinamica ed una statica e con pochissime idee e organizzazione una volta giunta sulla trequarti avversaria. Tra tanti campioni in campo (e sul piano individuale, il City ne avrebbe anche di più) il gap lo hanno creato i due tecnici: Garcia è molto più bravo di Pellegrini. Pur avendo, il francese, l’intero reparto difensivo falcidiato dalle assenze (all’ultimo, ha marcato visita anche De Sanctis sostituito dall’esordiente Skorupski) e mancando di un certo De Rossi a centrocampo (di Strootman neanche si parla più, tanto Nainggolan, a questi livelli, vale quanto se non più dell’olandese) e di Iturbe in attacco (entrato solo nei minuti finali per consentire a Totti una boccata d’ossigeno e incassare il giusto tributo anche da parte del pubblico inglese). E pochi rammentano anche l’indisponibilità cronica di Balzaretti sulla sinistra. Ma nessuno se ne è accorto: Yanga Mbiwa, oggetto misterioso dell’ultima ora, dopo qualche lieve impaccio iniziale, ha fornito una prestazione impeccabile; Ashley Cole, al suo primo impiego inglese da avversario, ha mostrato evidenti segni di crescita dopo un adattamento iniziale molto problematico; Manolas sembra lì da sempre. In sostanza, una squadra che è in grado di assorbire anche i colpi della malasorte senza perdere in qualità e, cosa ancor più importante, mantenendo la propria fisionomia di gioco inalterata. Una grande squadra.
L’esterno destro di Totti per il pari
Con il merito supplementare di aver superato lo shock del rigore-svantaggio di Aguero subito al pronti-via. In casi del genere si può rischiare anche l’imbarcata. Non solo non è successo, ma la Roma ha reagito immediatamente (traversa di Maicòn, l’autore dell’ingenuità costata il penalty, un minuto e mezzo dopo) e ha sempre creato più apprensione alla lenta difesa di casa molto più di quanto non fosse il contrario. Sintomo di personalità, fiducia nei propri mezzi e statura internazionale riacquistata in tempi-record dopo un blackout dalla “Coppa dalle grandi orecchie” lungo tre anni e mezzo. Oltre che di tecnica e acume tattico.
Ora anche il Bayern, che farà visita all’Olimpico il 21 ottobre, dovrà fare molta attenzione alla formazione giallorossa. I tedeschi, ben saldi in testa al girone E a punteggio pieno, hanno, in realtà, sofferto non poco a portarne a casa tre dalla trasferta moscovita. Il Cska, pur privo dell’appoggio dei propri sostenitori, ha ceduto solo di misura e, per giunta, su penalty procurato da Goetze, l’eroe del Maracanà, e trasformato da Mueller. Dopo, più di un’occasione per il raddoppio da parte degli uomini di Guardiola ma anche tanta paura per molti rischi di troppo, corsi soprattutto nel finale della prima frazione dove Eremenko e compagni hanno messo a dura prova Neuer (e i legni della porta bavarese).
Ora, forte di un vantaggio di tre punti e del fattore campo nel match di ritorno all’Olimpico, la classifica della Roma appare molto incoraggiante, quanto già critica la posizione del City, a fortissimo rischio di un altro flop europeo. Con questa serenità, la Roma potrà affrontare la corazzata tedesca senza patemi.
Il gol di testa di Marco Verratti al Barça
Quanto alle altre gare del martedì, spicca il successo per 3-2 del Psg nel big match del Parco dei Principi contro il Barcellona di Luis Enrique che incassa, in una volta sola, prime reti e prima sconfitta stagionale. Notevole prova di forza della squadra parigina che, con una prestazione di assoluto spessore fornita nonostante l’assenza di Ibrahimovic, ha allontanato le voci di crisi che volevano, dopo un avvio di stagione molto stentato (sia in Ligue1 che in Champions), il tecnico, Laurent Blanc, già in bilico. Da segnalare il primo gol in assoluto con indosso la casacca del Psg, per giunta di testa, lui che misura solo un metro e 65, del nostro Marco Verratti. L’ultimo, con un club, lo sveva messo a segno addirittura il 29 maggio 2011 in un Cittadella-Pescara 3-2. Serie B italiana. Ne è passata di acqua sotto i ponti per il talentino di manoppello… Da ricordare e da mostrare nelle scuole calcio, poi, l’azione del momentaneo 1-1 del Barça con una combinazione da playstation tra Iniesta, Neymer e Messi. Spettacolo nello spettacolo.
Stasera, di scena la Juve nel catino infuocato dell’Atlètico Madrid di Simeone. Prova di maturità internazionale anche per i bianconeri. Al Calderòn farà molto caldo.
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