Curare il diabete potrebbe aumentare il rischio di cancro alla vescica. Il farmaco Actos, usato per curare il diabete mellito di tipo 2, è stato oggetto di una denuncia dell’associazione Promesa (Protezione professioni mediche e sanitarie) che ha fatto partire un’indagine della Procura di Torino condotta dai carabinieri del NAS.
Non è la prima volta che il medicinale prodotto dalla Takeda Pharmaceutical Co. e dalla Eli Lilly & Co naviga in cattive acque: Germania e Francia lo hanno ritirato dal mercato, mentre nel 2011 una corte USA ha condannato le due aziende al pagamento di 9 miliardi di dollari per intenzionale omissione dei rischi correlati al farmaco.
Pioglitazone: rischi e benefici. L’Unione europea aveva autorizzato l’uso di Actos nel 2000 e nel 2007 l’indagine dell’EMEA (Agenzia europea dei farmaci) aveva concluso che i benefici del farmaco per diabetici valessero i rischi, collegati soprattutto all’insufficienza cardiaca ischemica. Il problema sarebbe relativo al principio attivo del pioglitazone usato in combinazione con la metformina, che i malati di diabete mellito di tipo 2 usano per riportare il glucosio nell’organismo a un livello normale, dal momento che il pancreas non produce abbastanza insulina per monitorarne la quantità in circolo.
A marzo del 2011 la Commissione europea aveva promosso una revisione del principio attivo mentre ad agosto l’AIFA (Agenzia italiana per il farmaco) aveva diffuso dati che sembravano mostrare una correlazione tra uso del farmaco e aumento del rischio del cancro alla vescica, probabilità che era stata inserita nella scheda tecnica del medicinale. L’indagine “Tosca” finanziata dall’AIFA e portata avanti dalla SID (Società diabetologica italiana) era iniziata nel 2008 ma non si è ancora conclusa o, almeno, i risultati non sono stati resi noti.
Quindi ricapitolando: il farmaco fa male, ma non si quanto. Aumenta i rischi di cancro alla vescica, ma non si conoscono i termini della correlazione tra uso del medicinale (causa) e la venuta di cellule cancerogene (effetto). Ora, è vero che le indicazioni sono di tenere sotto controllo la somministrazione dell’Actos, che deve essere monitarata dal proprio medico. Ma come si può veramente parlare di un uso consapevole del farmaco, riducendo al minimo i rischi di complicanze, se sia il paziente che il medico conoscono solo una piccola parte dei suoi effetti collaterali?
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