Italia e Svizzera hanno sottoscritto un accordo per lo scambio di informazioni in materia bancaria e fiscale. Lo hanno annunciato i firmatari del documento, il Ministro dell’Economia e delle Finanze italiano Pier Carlo Padoan e la sua omologa svizzera Eveline Widmer-Schlumpf.
Il protocollo firmato a Milano, che presto sarà sottoposto al Parlamento per entrare in vigore definitivamente, permetterà al Governo italiano di individuare potenziali evasori titolari di patrimoni finanziari o immobiliari in Svizzera. La confederazione elvetica uscirà così dalla black list dei paradisi fiscali.
Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha accolto la notizia con soddisfazione, commentando su Twitter: “Oggi è stato siglato l’accordo con la Svizzera sul segreto bancario: miliardi di euro che ritornano allo Stato #lavoltabuona #comepromesso”
Con il protocollo, che aggiorna una precedente Convenzione sottoscritta nel 1976, la Svizzera si impegna fin da subito a un effettivo scambio di informazioni con l’Italia. Gli scambi di informazioni diventeranno automatici dal 2018, in riferimento all’anno fiscale 2017, secondo il nuovo standard OCSE.
Con l’adozione di queste misure, la Svizzera, come accennato in precedenza, uscirà dalla “lista nera” degli Stati con cui il nostro Paese non ha accordi sullo scambio di informazioni fiscali.
Per i contribuenti italiani, l’accordo prevede un regime di sanzioni più conveniente e termini di prescrizione più favorevoli se si impegneranno entro settembre 2015 a pagare integralmente le imposte dovute. È quanto previsto dalla legislazione in materia di voluntary disclosure, intesa come uno stimolo alla regolarizzazione spontanea della propria posizione da parte degli evasori fiscali.
La procedura di comunicazione automatica all’Agenzia delle Entrate italiana riguarderà, oltre ai conti di custodia e di deposito, i contratti di assicurazione con contenuto finanziario.
Oltre a siglare il protocollo, Italia e Svizzera hanno stabilito una road map, un documento politico, che fissa gli obiettivi da raggiungere nei prossimi negoziati e inquadra in linea di massima i tempi per raggiungerli.
La prima questione che andrà trattata riguarda i lavoratori frontalieri. A tutt’oggi la loro posizione è regolata da un accordo del 1974 che ha per oggetto solo gli italiani che lavorano in Svizzera. Il nuovo testo dovrà introdurre il principio della reciprocità e rivoluzionare il sistema di prelievo fiscale e redistribuzione del gettito, portando il carico fiscale che grava sui frontalieri italiani al livello degli altri contribuenti.
Altra questione urgente è quella di Campione d’Italia, Comune italiano interamente circondato dal territorio svizzero. La road map stabilisce che i due Stati concludano un accordo in merito, la cui mancanza ha finora causato innumerevoli difficoltà alle autorità, alle imprese e ai cittadini.
Ad accelerare la conclusione dell’accordo fra Italia e Svizzera sono stati probabilmente i recenti sviluppi della vicenda Swissleaks, lo scandalo scoppiato dopo la pubblicazione della lista di oltre centomila nomi di correntisti di una banca svizzera, trafugati dall’informatico italo-francese Hervé Falciani. Un’altra inchiesta è quella sul cantautore e presidente della SIAE Gino Paoli, accusato dal fisco italiano di aver evaso tasse per 800.000 Euro e aver portato in Svizzera circa due milioni.
Filippo M. Ragusa