Il calendario del ritiro dall’Afghanistan deciso dal presidente Usa Barack Obama è “più aggressivo in termini di calendario” di quanto suggerito dai militari del Pentagono. Lo ha detto il generale David Petraeus, responsabile per le forze Usa e Nato in Afghanistan. ”La decisione del presidente Usa Barack Obama” di ritirare 33 mila uomini dall’Afghanistan entro l’estate 2012, ”e’ piu’ aggressiva e comporta piu’ rischi di quanto fossi inizialmente pronto ad accettare” ha aggiunto il capo di stato maggiore delle Forze armate Usa, l’Ammiraglio Mike Mullen.
In misura decisamente maggiore rispetto alle previsioni iniziali, del resto, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato un primo ritiro di ampio respiro delle truppe Usa dall’Afghanistan, circa 10 anni dopo l’inizio della guerra avviata dal suo predecessore George W. Bush per rispondere agli attacchi dell’11 Settembre contro le Torri Gemelle e il Pentagono.Visti i successi ottenuti contro al Qaida in Afghanistan, la cui leadership e’ stata dimezzata, Obama ha deciso di ritirare 10 mila militari entro l’anno, e complessivamente 33 mila militari, cioe’ il numero dei rinforzi decisi a dicembre 2009, entro l’estate del 2012.”Mentre continuiamo a rafforzare il governo afghano e le forze di sicurezza, l’America prendera’ parte ad iniziative di riconciliazione del popolo afghano, compresi i Talebani”, ha detto Obama prima di aggiungere che queste iniziative dovranno essere condotte dal governo afghano e chi vorra’ parteciparvi dovra’ rompere con al Qaida. Come hanno riconosciuto fonti della Casa Bianca di alto livello, il calendario e’ accelerato rispetto a quanto era stato suggerito dal responsabile militare in loco, il generale David Petraeus, nelle opzioni piu’ prudenti. Secondo il New York Times l’annuncio di Obama rappresenta una vittoria per il vice presidente degli Stati Uniti Joe Biden, favorevole ad un ritiro dall’Afghanistan che sia relativamente rapido. I primi a reagire, con parole positive, sono stati il segretario alla Difesa Usa Bob Gates e il premier britannico David Cameron, uno dei leader con i quali Obama aveva parlato prima della sua allocuzione televisiva. Una delle preoccupazioni dell’Amministrazione americana riguarda ora l’impegno degli alleati della Nato, e in particolare i timori che l’impegno in seno all’Isaf, la forza multinazionale, possa essere ridimensionato nei prossimi mesi. Per tale ragione e’ stato convocato un Vertice dell’Alleanza atlantica dedicato proprio alla situazione in Afghanistan a Chicago nel maggio 2012, ai margini di un vertice del G8, poco piu’ di un anno dopo il summit che a Lisbona aveva deciso il ritiro delle truppe internazionali per il 2014. Nel frattempo, dovrebbero rimanere dopo il 2012 circa 68mila militari Usa in Afghanistan, una cifra che dovrebbe calare fino a 25mila dopo il 2014, quando la responsabilita’ del controllo del paese sara’ totalmente passata agli afghani, almeno secondo le previsioni. Una delle grosse preoccupazioni del Congresso riguarda la spesa della guerra in Afghanistan, stimata in circa 120 miliardi di dollari l’anno. L’Amministrazione Obama si e’ impegnata ad operare tagli di bilancio fino a 5mila miliardi di dollari in 10 anni. La spesa per l’Afghanistan, oltre due miliardi al giorno, rappresenta oltre il 20% del totale.
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