Il giro di boa nelle trattative Alitalia-Etihad potrebbe arrivare l’8 luglio: è stata convocata infatti per martedì prossimo una riunione tra Governo, vertici aziendali della compagnia aerea italiana e rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil.Primo punto all’ordine del giorno la questione degli esuberi di personale: dalla sede della Cgil Susanna Camusso fa sapere che “non esiste un prendere o lasciare, quando c’è di mezzo il futuro di migliaia di persone. Bisogna costruire una prospettiva per Alitalia e per i lavoratori”. E Cesare Bonanni, leader della Cisl, che già aveva mostrato una certa apertura al piano industriale della compagnia di Abu Dhabi, afferma che “qualsiasi soluzione che mantenga in vita l’occupazione per noi va bene”. Per ora, come chiarito dal segretario Ugl, Giovanni Centrella, “abbiamo fatto una panoramica, il vero e proprio negoziato partirà martedì prossimo 8 luglio“.
Le banche attualmente creditrici di Alitalia (Intesa San Paolo, Unicredit, Monte Paschi, Popolare di Sondrio) guardano con attenzione all’accordo tra le due compagnie, che potrebbe arrivare però senza la condivisione dei lavoratori: il presidente del Consiglio di Gestione di Intesa, Gian Maria Gros-Pietro, ha dichiarato che “senza la piena adesione del sindacato al piano industriale non siamo disposti a partecipare al finanziamento”. Proprio su un accordo condiviso stanno lavorando i ministri Giuliano Poletti e Maurizio Lupi: il tentativo è di ridurre il numero dei licenziamenti da duemiladuecentocinquanta a millecinquecento, anche se Etihad ha ripetuto più volte che l’investimento di cinquecentosessanta milioni di euro è condizionato sia alla cessione del 49% delle quote che dall’uscita del numero di lavoratori programmata fin dall’inizio. Secondo l’amministratore delegato di Etihad, James Hogan, occorre snellire la compagnia e ridurre ulteriormente i costi, dovuti proprio ad un numero effettivo di lavoratori, a suo dire, troppo alto.
Le polemiche più accese vengono proprio dai lavoratori: piloti e assistenti di volo, sentendosi esclusi dalle trattative, hanno già indetto uno sciopero per il 20 luglio. Le associazioni di categoria Anpac, Avia e Anpav, in un nota comune, hanno accusato il Ministero dei Trasporti di “aver reiterato l’incomprensibile scelta di non convocare le associazioni sindacali di piloti e assistenti di volo sul tema. Un atto palesemente antidemocratico che ignora la rappresentatività ampiamente maggioritaria di Anpac, Avia e Anpav e che si pone in palese contrasto con l’annunciata volontà del governo di svolgere il ruolo di facilitatore del buon esito della difficile trattativa tra Alitalia ed Etihad”.
La risposta del ministro Lupi, però, vuole essere di incoraggiamento, sottolineando che il governo e i vertici aziendali Alitalia hanno un obiettivo importante per i lavoratori: “la ricollocazione prima della mobilità, previa verifica all’interno del perimetro e della filiera industriale”.
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