L’Italia della corruzione e del malaffare è sempre incinta. Ieri erano coinvolti i vertici della Regione Lombardia, con la comunicazione di garanzia che ha colpito il presidente Attilio Fontana. Oggi è toccata al sindaco di Legnano Gianbattista Fratus (Lega), al suo vice Maurizio Cozzi (Forza Italia) e all’assessore alle Opere Pubbliche Chiara Lazzarini. Arrestati perché in odore di turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e corruzione elettorale. Così stavolta la partita del giro del malaffare, tra disonesti e magistrati, è tutta interna alla Lega e ai suoi alleati di Forza Italia, con cui governano la Regione.
Sul tema corruzione è partito immediatamente all’attacco il vicepremier M5s, Luigi Di Maio. “E’ chiaro ed evidente che c’è un’emergenza corruzione, una Tangentopoli bis, che colpisce tutti i partiti e noi dobbiamo arginare questi fenomeni”. Dello stesso avviso anche il ministro della Giustizia Bonafede che pur scegliendo di non commentare la notizia ha confermato che: “In Italia c’è un’emergenza corruzione”.
Lo scorso marzo la giunta Fratus era stata sfiduciata, con le dimissioni di massa dei consiglieri di minoranza e di alcuni dissidenti leghisti. Uno scontro interno alla maggioranza che si era consumato su alcune scelte del sindaco del Carroccio. Tra cui proprio la nomina ad assessore alle opere pubbliche di Chiara Lazzarini. La Lazzarini, già presidente della società partecipata Amga Spa, è ancora coinvolta in un procedimento civile, proprio per problemi legati alla sua gestione della municipalizzata.
Fratus, Cozzi e Lazzarini, stando alle intercettazioni in possesso degli inquirenti, avevano elaborato un sistema corruttivo portato avanti con ”spregiudicate manipolazioni di procedure” e con la ”nomina di amici e conoscenti, manovrabili e in futuro riconoscenti”. Gravi le accuse della procura, coordinata dal Pm Nadia Calcaterra, che parla tra l’altro di “scarsissimo senso della legalità”. “La cosa più allarmante e disarmante – ha detto la procuratrice in conferenza stampa – è che gli indagati tutti non percepiscono assolutamente la gravità delle loro azioni. Quasi fosse un modus operandi che, solo perché diffuso, è legalizzato. Così non è”.
Il vice premier Matteo Salvini raggiunto dalla notizia a San Severo, nel Foggiano, ha detto: “Non commento le indagini, ho fiducia nei miei uomini e nella magistratura. Spero che tutte queste indagini che si stanno aprendo si chiudano in fretta per distinguere colpevoli e innocenti”. Ma è chiaro il timore del capitano che l’arresto del segretario provinciale del Ticino della Lega, a 10 giorni dalle elezioni europee, potrebbe cancellare di un sol colpo il sorpasso del Carroccio al MoVimento di Grillo, di questi ultimi mesi.
Nei fatti, sempre stando alle intercettazioni e alle indagini delle fiamme gialle: “E’ emerso – ha sottolineato il Pm – come il sindaco nel 2017 abbia stretto un accordo in sede di ballottaggio con uno dei candidati che aveva perso al primo turno elettorale (Luciano Guidi, candidato con la lista civica Alternativa Popolare, ndr). In virtù di questo accordo il sindaco avrebbe assicurato, in cambio dell’appoggio elettorale promesso, una nomina, a lui o altra persona all’interno di una società municipalizzata (la Aemme Linea Ambiente s.r.l., ndr). Alla fine dello scorso anno il prezzo è stato pagato dal sindaco, il quale ha costretto a dimettersi una consigliera di una società municipalizzata e al posto suo ha nominato la figlia del candidato escluso”. Tra le nomine pilotate ve ne sono anche di quelle che ”presentano profili di assoluta incompatibilità con gli incarichi e gli indagati ne sono ben consapevoli. Soggetti che non hanno competenze specifiche in materia di enti locali, competenze non adeguate al ruolo e soggetti che hanno procedimenti penali in corso” ha spiegato sempre il sostituto procuratore di Busto Arsizio.
Le reazioni alle questioni dell’illegalità diffusa, sembra di capire siano mirate soltanto alla prossima scadenza elettorale, scadenza che ha messo in fibrillazione ed in contrasto tra loro Salvini da una parte e Di Maio dall’altra. Passata la tornata elettorale in che misura i partiti decideranno di affrontare quella che lo stesso ministro di Giustizia ha definito un’emergenza nazionale? Difficile dirlo, ma per il momento bisogna fare i conti soltanto con le polemiche che seguono puntualmente questo genere di notizia.
E.R.
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