Salvini non sembra avere dubbi. Per lui il Governo c’è, ha i numeri per governare e ci sono tutte le condizioni per andare avanti, nel rispetto del contratto di programma, siglato tra Lega e MoVimento 5 stelle lo scorso anno. I pericoli per la sopravvivenza dell’esecutivo guidato da Giuseppe Conte si riducono con il passare delle ore. La probabile riconferma di Di Maio, blindato da Beppe Grillo e Davide Casaleggio, che stasera potrebbe essere legittimata dal voto della base, sembra rimettere in moto quel meccanismo di confronto e rilancio messo seriamente in difficoltà dal voto delle Europee di domenica.
L’ipotesi ‘crisi di Governo’ sembra dunque allontanarsi, anche se restano drammaticamente aperti i termini politici di un confronto che vede oggi Salvini troppo forte rispetto ad un alleato di maggioranza che, con i consensi degli elettori, ha perso anche spazio e potere contrattuale. Si ricomincia, anche se è difficile dire su quali basi. L’onda lunga del voto sta creando aspettative di non poco conto tra gli uomini della Lega. E’ proprio per non creare problemi con gli alleati grillini che oggi Salvini ha accettato, senza obiezioni, come peraltro richiesto da Di Maio, che sulla questione Rixi non si facessero barricate. Il vice ministro per le Infrastrutture, condannato in primo grado a 3 anni e 6 mesi di carcere per le ‘spese pazze’ fatte quando era assessore alla Regione Liguria, lascerà l’incarico, togliendo dall’imbarazzo il ministro dell’Interno, che oramai guarda solo e soltanto alla possibilità di far durare il Governo di Conte.
Ed i segnali in questa direzione, considerate anche le proposte dell’ultima ora, sono tanti. Prima c’era stata la lista delle priorità. Una vera e propria agenda di lavoro comprensiva di flat tax, TAV, autonomie, decreto sicurezza bis sulla quale Salvini aveva posto una sola condizione ai 5 Stelle: “prendere o lasciare”, anche a costo di elezioni anticipate. Oggi le proposte si arricchiscono di nuovi scenari. “Chiediamo la sospensione per due anni del codice degli appalti” ha spiegato stamane il vice premier al Senato. “Nei prossimi minuti depositeremo, come gruppo Lega al Senato, un emendamento allo sblocca cantieri che prevede la sospensione per due anni del codice degli appalti e il rispetto della normativa europea vigente”. Una iniziativa che il Governo sembra voler prendere in seria considerazione.
Ed in proposito il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha incontrato questa mattina i capigruppo al Senato e alla Camera della Lega, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari e quelli del MoVimento 5 Stelle, Stefano Patuanelli e Francesco D’Uva. Nel corso dell’incontro sono stati esaminati i provvedimenti attualmente in discussione presso i due rami del Parlamento, tra cui i decreti legge “Crescita” e “Sbloccacantieri”, e lo stato di avanzamento dei lavori. Dai colloqui sono emersi riscontri molto positivi sul percorso che riguarda provvedimenti ritenuti strategici e di fondamentale importanza per il Paese. La comune determinazione è di procedere speditamente alla loro approvazione. Ora si tratta solo di capire cosa viene fuori dalla consultazione pro o contro la leadership Di Maio. Acclarato questo dato, tramite la risposta delle urne elettroniche, si tratterà di capire come Salvini e Di Maio intendono riannodare i fili del confronto, spezzato dalla consultazione elettorale delle Europee.
Il lavoro di Governo però va avanti senza sosta. “Stamattina ho avuto un’ora e mezza di confronto col ministro dell’Economia Tria sulla lettera cui risponderemo educatamente con numeri positivi che metteranno al riparo il paese da ulteriori lettere o infrazioni”, ha detto ancora Salvini. “I termini della pace fiscale verranno prorogati dalla fine di luglio perché contiamo di incassare alcune decine di miliardi di euro per liberare gli italiani dalla gabbia di Equitalia”.
Insieme ai numeri e alle strategie economiche non mancano i messaggi politici. “Se qualcuno mi dicesse che la riduzione delle tasse può attendere, la pace fiscale può attendere, gli appalti e i rifiuti vanno bene così, se ci fossero quattro, cinque, sei no… da stasera alle 21 – avverte il ministro dell’Interno – dopo il voto di Rousseau, se si lavora si va avanti, se si continua a bisticciare la Lega non ha più tempo da perdere. La politica dell’insulto, protrattasi per settimane, è stata punita dagli italiani”.
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