Quasi quattro euro per una confezione da 20 pezzi. Un patrimonio se si pensa che l’età fertile di una donna è lunga circa 40 anni, e che quindi di assorbenti igienici ne occorrono diverse migliaia. Un piccolo tesoro che potrebbe ridimensionarsi se prodotti del genere, come anche gli ancora più costosi pannolini per bambini, non fossero considerati beni di lusso. Infatti l’IVA di questo genere è al 22%, come un tablet o un capo di abbigliamento. Se gli assorbenti invece rientrassero nella lista dei beni essenziali, che comprendono pane, pasta, riso, quotidiani e protesi dentarie, l’IVA sarebbe solo del 4%. Perché mentre si può vivere senza tablet o comprando un capo d’abbigliamento in meno, non è possibile, per le persone di sesso femminile in età fertile fare a meno degli assorbenti per condurre una vita normale e in salute.
A farsi carico del problema con una petizione diretta al ministro di Economia e Finanze, Piercarlo Padoan, ci ha pensato Change.org, la piattaforma on line gratuita di campagne sociali, fondata nel 2007 negli Stati Uniti, la cui missione è permettere a tutte le persone in tutto il mondo di creare il cambiamento che vogliono vedere, unendo i valori di un’organizzazione non-profit con la flessibilità e l’innovazione di una startup tecnologica. Oltre 30 milioni di persone in 196 paesi hanno utilizzato la piattaforma, avvalendosi del supporto tecnico e professionale delle oltre 150 persone presenti in 18 paesi e che compongono lo staff di Change.org. Il team di professionisti di Change supporta gli autori delle varie petizioni per ottenere il cambiamento che vogliono raggiungere. Ogni giorno 500 petizioni vengono lanciate da migliaia di persone che utilizzano gli strumenti messi a disposizione da Change.org per trasformare le proprie comunità, a livello locale, nazionale e globale: che si tratti di una madre che si batte contro episodi di bullismo nella scuola di sua figlia, di clienti che chiedono alle banche di eliminare costi ingiusti, o cittadini che chiedono di migliorare servizi di cui sono fruitori o che vengano eliminate ingiuste forme di discriminazione.
“L’aliquota al 22% è una tassa ingiusta che grava direttamente sulle donne e in particolare le donne con poco reddito – si legge nella pagina dove l’associazione no-profit chiede la firma di chi condivide l’appello – : Chiediamo che gli assorbenti vengano considerati per quello che sono, beni essenziali, e tassati di conseguenza. Applicate sui prodotti sanitari femminili (assorbenti, tamponi, coppe e spugne mestruali) l’aliquota IVA minima del 4%, equiparandoli ai prodotti essenziali. In soli due giorni sono state raccolte mille firme.
La petizione chiede di far entrare, spiega la promotrice Capraro, “gli assorbenti nella lista dei beni essenziali con l’Iva al 4% come pane, pasta e protesi dentarie”. Tanti i commenti delle donne firmatarie e inferocite che raccolgono anche la solidarietà di qualche uomo.
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