Isis ed Ebola sono gli argomenti al centro dell’attenzione mondiale. Negli Usa, in Texas, il secondo caso di contagio, dopo che un paziente liberiano è morto e l’infermiera che lo ha curato è rimasta contagiata. Cresce la polemica e il sindacato delle infermiere è sul piede di guerra non essendo stato adottato alcun protocollo di prevenzione nell’ospedale di Dallas dove questi fatti sono accaduti.
L’Ebola spaventa molto anche l’Europa che alla vigilia del vertice straordinario di domani a Bruxelles chiede una risposta più potente da parte della comunità internazionale. Al momento non è una pandemia perché è localizzata solo in tre Paesi.
In Africa il bilancio delle vittime invece sfiora i 4.500 morti. e i 9.000 casi, secondo fonte OMS. Ma il dato più inquietante è che aumenta la psicosi da contagio, soprattutto verso gli immigrati che provengono da questo continente. Episodi di falso allarme si registrano tutti i giorni: solo nella giornata di ieri ben due, a Roma e a Milano, per due casi che non riguardavano la malattia che sta mettendo in ginocchio il continente africano.
L’Italia corre ai ripari: il governo ha convocato oggi a Palazzo Chigi un vertice sugli interventi preventivi. Alla riunione dovrebbero essere presenti, con il premier Matteo Renzi, i ministri Angelino Alfano, Beatrice Lorenzin, Roberta Pinotti e Federica Mogherini.
Al momento, come annunciato dalla Casa Bianca, è in corso una conference call, per fare il punto su Ebola – ma anche su Isis – fra il presidente americano Obama e i principali leader europei. Partecipano il premier britannico Cameron, Matteo Renzi, il presidente francese Hollande e la canceliera tedesca Merkel.
La tendenza è quella di rafforzare e rendere più efficaci i controlli in uscita dai tre paesi focolai di ebola è essenziale. Detto questo l’Europa non raccomanda controlli in entrata, che eventualmente sono di competenza degli stati membri. Il compito dell’Unione è di assicurare coordinamento degli interventi e efficace scambio di informazioni. Se gli screening sui passeggeri degli aerei in uscita dagli aeroporti dei Paesi in cui è presente Ebola sono condotti correttamente, test anche in entrata nei Paesi di arrivo hanno ”un valore aggiunto molto basso con un considerevole impiego di risorse”. Lo afferma un report tecnico delloEuropean Center for Diseases Control (Ecdc) pubblicato sul sito dell’agenzia. Gli screening in uscita, spiega il documento, sono concentrati su una popolazione ad alto rischio, e riescono quindi a massimizzare il valore predittivo utilizzando il minimo delle risorse.
”Tutti i paesi affetti hanno implementato screening in uscita con il supporto del Cdc statunitense – si legge nel documento -. In base alla prevalenza dell’infezione in queste aree, di circa due casi per 10mila abitanti, e sulla base dell’osservazione di quello che è successo nei primi tre mesi di screening, è possibile dire che al momento la probabilità di trovare un individuo positivo è estremamente bassa. Lo dimostra il fatto che nelle 77 persone fermate su 36mila viaggiatori sottoposti a screening nessuno è stato trovato positivo”.
Aggiungere agli screening in uscita quelli all’ingresso, continuano gli esperti, può servire solo a trovare quei casi che dovessero sviluppare febbre durante il volo, un’eventualità ritenuta molto bassa data la lunga incubazione di Ebola.
Quanto all’invio di volontari europei, si può autorizzare detta procedura a patto di offrire loro garanzie sufficienti di essere evacuati, in caso di contagio, in tempi rapidi. Per questo motivo l’Unione europea lancia un appello a tutti gli Stati membri perché collaborino anche con militari, in missione civile, negli stati flagellati da Ebola. Lo rendono noto fonti Ue, sottolineando che già alcuni Stati hanno offerto la loro cooperazione militare che entrerà in azione già dalla fine di ottobre. Ad ogni modo, le stesse fonti sottolineano che si tratta di truppe chiamate a offrire supporto logistico alle squadre mediche oltre che coordinare il servizio di rimpatrio degli infetti. L’impiego di militari europei sarà al centro del confronto al prossimo Consiglio Affari Esteri.
Oms, quasi 9mila casi e 4.500 morti. Si aggrava il bilancio dell’epidemia di Ebola: secondo gli ultimi dati forniti dall’Oms, il totale dei casi è salito a 8.914 e raggiungerà i 9mila entro la settimana. I decessi sono saliti a 4.447.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy