Aumentano le tasse, certo, tutto come previsto. Anche se non previste sono state le proteste diffuse su tutto il territorio. Anche perché questa volta a rialzarei balzelli, i Comuni lo hanno fatto persino sui rifiuti, ed è così che non poteva che scattare la rivolta.
Ad Andria, per esempio, sono scesi in piazza anziani signori e mamme con bambini, a Macerata si manifesta sul Web, malumori si levano dalla provincia di Massa Carrara fino ad Agrigento. Il balzello sulla spazzatura lo pagano davvero tutti ma le piccole stangate previste non derivano da strane congiunture economiche vengono decise dalle giunte comunali, di destra e di sinistra che, in questi giorni, a raffica sta investendo un po’ tutti i municipi italiani.In tre anni, dal 2008 e il 2010 – precisa un rapporto della Uil – il rincaro medio nelle venti città capoluogo di Regione è stato del 7,6 per cento. Significa che una famiglia media, di circa quattro componentideve sborsare circa 15 euro in più. Ma questa è la media. Il caso più imbarazzante è rappresentato – si pensi un po’ – proprio da Napoli, dove la Tarsu (la tassa sui rifiuti urbani, ndr) è cresciuta del 48% in tre anni e il cittadino medio, sommerso dai rifiuti e dalle rivolte, paga 336,80 euro all’anno, la cifra più alta tra i capoluoghi. Roma e Venezia in quattro anni hanno messo a segno aumenti vicini al 30 per cento.
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