E’ l’astensionismo il vero vincitore dei ballottaggi che hanno interessato ieri 148 comuni: meno del 49,5% degli aventi diritto ha votato. Un chiaro sintomo della disaffezione alla politica e di un diffuso senso di stanchezza che si è fatto spazio tra gli elettori, in conseguenza delle numerose vicende di malaffare e corruzione che hanno e stanno tuttora coinvolgendo, a giudizio dei magistrati, quel fronte dei partiti, beneficiari di favori e mazzette.
Ed anche questo ieri ha inciso e condizionato non poco le scelte degli elettori. Quali i segnali dalle urne? Il primo: rallenta la corsa del nuovo Pd di Renzi; il secondo: grazie al silenzio e alle urla mancate di Grillo riprende poi quota il M5S che, da solo, conquista addirittura due storiche città della sinistra. Quella più importante, Livorno, e l’altra, in quanto segnale politico in controtendenza, di Civitavecchia. Infine: in ripresa, anche se leggermente, il centrodestra che comunque continua ad annaspare al Nord mentre si difende meglio la Lega che conquista Padova.
In linea generale, prosegue, ma senza le fanfare di quindici giorni fa, l’avanzata del Pd che perde quattro storiche roccaforti di sinistra: Livorno, Padova, Perugia e Potenza, di cui le ultime due sono anche capoluoghi di regione. Ma strappa importanti città al centrodestra: Bergamo, che va al renziano di ferro Giorgio Gori, che batte l’uscente Franco Tentorio, e poi Biella, Cremona, Verbania, Pescara, Vercelli, Pavia e Modena. I democratici si confermano anche a Terni e Bari, dove il nuovo sindaco è Antonio Decaro.
Segnali di risveglio, invece, dal centrodestra che si impossessa della rossa Perugia con Andrea Romizi che si aggiudica quasi il 60 percento. Riconquista anche Teramo, che già governava, con Maurizio Brucchi. A Potenza vince con il candidato di Fratelli d’Italia, Dario De Luca: clamorosa la sconfitta del centrosinistra, il cui candidato, Luigi Petrone, del Pd, aveva sfiorato la vittoria al primo turno.
La Lega si aggiudica Padova con Massimo Bitonci, togliendola con buona pace di Ivo Rossi, al centrodestra. La vittoria del Carroccio a Padova farà pandant con il governo della Regione, guidata da Luca Zaia.
Ma la rivelazione clamorosa è Livorno, la roccaforte del centrosinistra espugnata dal Movimento Cinque Stelle. Autore della vittoria a sorpresa, ottenuta grazie ad una imponente rimonta rispetto agli esiti del primo turno, Filippo Nogarin. Ha ottenuto il 53 percento dei voti, mentre il candidato del centrosinistra Marco Ruggeri si ferma al 47. Il Movimento che fa capo a Beppe Grillo vice anche a Civitavecchia, nel Lazio.
A fare le spese dell’astensione, oltre a Ruggeri, una serie di altri candidati che, due settimane fa, potevano sperare in un esito loro favorevole. I grillini, oltre a Livorno, si aggiudicano anche Civitavecchia con Antonio Cozzolino (65 percento). Il centrosinistra piazza una significativa vittoria a Bari: Antonio De Caro ottiene un netto 65 percento. E per il centrodestra c’e’ anche la sconfitta, clamorosa, del giovane e quotato sindaco uscente di Pavia, Alessandro Cattaneo, che cede la fascia tricolore a Massimo Depaoli.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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