Le accuse contenute in Poteri forti (o quasi), il libro di Ferruccio De Bortoli, scatenano un nuovo vespaio intorno a Maria Elena Boschi e ai suoi rapporti con Banca Etruria.
Ieri l’affondo dell’ex direttore del Corriere della sera: quando era ancora ministra dei Rapporti con il Parlamento, la Boschi avrebbe chiesto a Federico Ghizzoni, AD di Unicredit, di “valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria”. L’attuale Sottosegretaria alla presidenza del Consiglio non ci sta, grida alla “campagna di fango” e promette cause. Intanto divampa lo scontro politico, M5S in testa.
“Credo che la misura sia colma”, ha detto oggi la Boschi in conferenza stampa. “Da qui in poi si occuperanno di questa questione i miei legali”. Per poi aggiungere: “Quello che dovevo dire l’ho detto ieri, sono intervenuta in Parlamento il 18 dicembre del 2015 e confermo quello che ho detto”.
L’allora ministra “non ebbe problemi a rivolgersi direttamente all’amministratore delegato di Unicredit”, scrive De Bortoli a pagina 209 del suo libro, per chiedergli di prendere in considerazione l’acquisizione della banca nel cui CDA sedeva suo padre Pierluigi Boschi. Poi non se ne sarebbe fatto nulla: stando alla ricostruzione del giornalista, Ghizzoni decise di lasciar perdere dopo aver fatto valutazioni patrimoniali.
“Ho incontrato Ghizzoni come tante altre personalità del mondo economico e del lavoro – si difende la diretta interessata – ma non ho mai avanzato una richiesta di questo genere”. E anche dalla banca giurano di non aver mai subito pressioni politiche per analizzare questo o quell’altro dossier.
Il M5S, invece, crede alla versione di De Bortoli. Il leader Beppe Grillo ha chiesto le dimissioni della Boschi e annunciato “possibili azioni sul fronte giudiziario”. Intanto Alessandro Di Battista invita il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni a “metterci la faccia” in Parlamento. E oggi il capogruppo alla Camera, Roberto Fico, rincara la dose: “Come capogruppo M5S dico che le prime cose che chiederemo saranno l’immediata calendarizzazione per dare via alla Commissione di inchiesta sulle banche. Poi chiederemo l’informativa urgente a Gentiloni: chiediamo che siano levate le deleghe a Boschi. Si tratta di una vera e propria sfiducia che chiediamo tramite il governo”. Poi aggiunge: “Possiamo iniziare un ciclo di audizioni e sentire Ghizzoni, Boschi e un pericoloso rivoluzionario come De Bortoli”. In effetti, secondo l’ordinamento italiano il Parlamento può revocare la fiducia a un singolo ministro, oltre che all’intero governo, ma la legge – o per essere più precisi le sentenze della Corte Costituzionale – non dice nulla sui sottosegretari.
Opposti i commenti dai vertici del PD, che accusano i pentastellati di “strumentalizzazione” operata per nascondere “le proprie difficoltà”. “Si occupino dei problemi della gente e non di fare gli aspiranti PM – dice il capogruppo alla Camera, Ettore Rosato – visto che non hanno né i criteri morali né le capacità giuridiche”.
F.M.R.