Vanno in soffitta le vecchie province e nascono le città allargate. Con un voto abbastanza scontato la Camera, con 260 si’ e 158 no e sette astenuti, ha dato il via libera al disegno di legge Delrio sulle Province, già approvato in prima lettura e modificato successivamente dal Senato.
Il provvedimento stabilisce una serie di nuove norme in materia di enti locali, prevedendo l’istituzione delle città metropolitane, la ridefinizione del sistema delle province ed una nuova disciplina in materia di unioni e fusioni di comuni. Presidente della città metropolitana sarà il sindaco del comune capoluogo. L’assemblea dei sindaci raggrupperà inoltre tutti i sindaci del circondario mentre il consiglio provinciale sarà composto da un minimo di dieci ad un massimo di sedici amministratori locali del territorio. Il Pd ha votato a favore con Nuovo centro destra, Scelta Civica, Psi, Centro democratico, contro si sono espressi M5s, Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia.
Forza Italia però non ci sta e attacca questa legge tanto attesa definendo il voto del Parlamento “un golpe”. Secondo il deputato forzista Pietro Laffranco,
“Il ddl Delrio è solo un gigantesco spot di Renzi che non abolisce affatto le province, non taglia le poltrone, anzi ne istituisce 31000 nuove in termini di aumento di consiglieri ed assessori comunali e regala la gestione delle Province alla lobby dei Sindaci di sinistra come corrispettivo dell’appoggio fornito a Renzi alle recenti primarie del PD”.
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