Mario Draghi si difende andando all’attacco. Il presidente della BCE ha risposto alle critiche mosse dalla Germania al suo piano varato lo scorso 10 marzo. Il progetto dell’ex governatore della Banca d’Italia prevede un nuovo taglio dei tassi d’interesse e un pacchetto di misure straordinarie per sostenere la crescita dell’Eurozona e far ripartire l’inflazione.
Chi critica la BCE per la sua politica di tassi sotto zero “ha ricevuto anche sostanziosi capital gain dai titoli che acquistiamo”, affonda Draghi, nella conferenza stampa a Francoforte. Del resto il mandato assegnato dall’Europa alla sua Banca centrale è di “perseguire la stabilità dei prezzi per tutta l’Eurozona, e non solo per la Germania”.
“Questo mandato – continua l’ex Governatore della Banca d’Italia – è stabilito dai trattati e dalle leggi europee, e noi obbediamo alle leggi, non ai politici, perché siamo indipendenti”.
Fra le misure previste nel piano Draghi c’è il rifinanziamento delle banche a tassi negativi – è cioè la BCE a pagare un interesse alle istituzioni beneficiarie – a condizione che aumentino i prestiti a famiglie e imprese. Il suo piano prevede anche di aumentare il ritmo dell’acquisto di titoli di Stato, per un controvalore che sale da 60 a 80 miliardi di euro al mese, e di ampliare il quantitative easing alle obbligazioni emesse dalle grandi aziende, comprese le assicurazioni, purché non siano controllate dalle banche.
Ma Draghi avverte: “Le politiche monetarie da sole non possono rilanciare l’economia”. Per riportare l’inflazione a un livello sano serviranno “più sforzi nell’aumento della produttività e nella creazione dei posti di lavoro”, prima di tutto dalla UE, ma “anche dai singoli Stati”. In questo senso, l’introduzione del fondo Atlante – unica digressione sulle vicende italiane della conferenza stampa di Draghi – è “un piccolo passo”, che i tecnici di Francoforte devono ancora studiare nel dettaglio, ma porta “nella giusta direzione”.
Il consiglio direttivo della BCE ha deciso di lasciare invariato il costo del denaro: il tasso principale resta a zero, quello sui depositi bancari a -0,40%, quello di rifinanziamento marginale a 0,25%. Numeri che “resteranno a questi livelli, o più bassi, ancora a lungo”, afferma Draghi, e in ogni caso “oltre la fine del piano di acquisti, nel settembre 2017”. Il Presidente ha anche gelato la discussione sull’ipotesi helicopter money proposta dal ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, che aveva suggerito alla BCE di prestare liquidi direttamente a imprese e famiglie, saltando il passaggio intermedio per le banche. “Prima di tutto ci sono difficoltà tecniche e legali”, ha detto Draghi, “ma la verità è che non ne abbiamo mai discusso”. La proposta, comunque, era stata definita “assurda” anche dal presidente di Bundesbank Jens Weidmann.
Per disinnescare una volta per tutte le polemiche, Draghi ha ricordato che Schaeuble ha ritirato le accuse fatte alla BCE di aver provocato il successo elettorale di Alternative für Deutschland, il partito di destra antieuropea cresciuto alle ultime amministrative.
L’ultimo incontro fra il ministro e il governatore – a Washington, per l’ultimo meeting del FMI – è stato “positivo, fruttuoso, pacato e amichevole”. E le politiche monetarie “sono condivise e difese da tutto il comitato”:
Per questo motivo, se la vostra domanda è “un presidente non italiano si comporterebbe nello stesso modo?”, be’, la risposta è certamente sì. Scelte diverse non basterebbero, lo ha detto anche l’ex presidente Jean-Claude Trichet. Gli attacchi che arrivano alla BCE hanno solo l’effetto di minare la fiducia dei cittadini, ritardando i consumi e l’effetto delle nostre politiche.
F.M.R.
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