Meglio degli Usa ma ultima tra i Paesi europei del G20. L’Italia si posiziona all’ottavo posto della classifica dei Paesi del G20 per il livello di benessere dei bambini, dopo Germania, Francia e Regno Unito. La pagella nazionale ha delle insufficienze quanto a scuola, lavoro e obesità, mentre raggiungela sufficienza su sicurezza e uguaglianza di genere.
È quanto emerge dal nuovo Indice del benessere dei bambini di Save the Children, contenuto nel rapporto “Economic Playgrounds 2016” lanciato dall’Organizzazione alla vigilia del G20 dei Ministri delle Finanze in Cina. Il nuovo Indice, elaborato da Save the Children, si basa su otto indicatori chiave che hanno un impatto decisivo sulla vita dei minori: salute, educazione, uguaglianza di genere, reddito, sicurezza, occupazione, infrastrutture e ambiente.
La Germania si conferma al primo posto della classifica, conquistando il primato nelle aree dell’uguaglianza di genere, del lavoro e del reddito. Seguono Francia e Giappone, che conquista una posizione rispetto alla precedente edizione, mentre il Regno Unito si attesta in sesta posizione. L’India è il fanalino di coda, preceduta da Sudafrica e Brasile. L’Italia mantiene la stessa posizione di due anni fa e raccoglie risultati negativi soprattutto nella sfera del lavoro, dell’educazione e del reddito. Riguardo all’occupazione, il nostro Paese è terzultimo in graduatoria; a destare preoccupazione è soprattutto il tasso di disoccupazione giovanile (tra i 15 e i 24 anni di età) che nel nostro Paese è del 44,1%, inferiore solo a quello del Sudafrica (52,6%). Per quanto riguarda l’educazione, l’Italia è all’undicesimo posto, mentre ai primi tre posti della classifica si trovano Canada, Germania e Repubblica di Corea. In particolare, l’Italia è al di sotto della media relativamente al numero di anni che gli studenti trascorrono a scuola (10,1 contro i 13,1 nel Regno Unito e in Germania, 13 in Canada e Australia, 12,9 negli Usa). In tema di salute, preoccupano i dati sui bambini italiani tra 0 e 19 anni obesi o in sovrappeso, che nel nostro Paese rappresentano il 26,9% del totale: una percentuale che va oltre la media dei Paesi ricchi, con Francia e Germania che registrano rispettivamente il 18,1% e il 20,1%. La percentuale più alta di bambini obesi o in sovrappeso si ha invece in Arabia Saudita (30%), seguita da Stati Uniti (29,5%) e Messico (29,1%). Ancora, in Italia, il reddito pro capite risulta inferiore rispetto alla media degli altri Paesi ricchi: 32 mila euro, contro i 50 mila negli Usa, 43 mila in Australia e 42 mila in Germania.
Non solo criticità: dall’Indice emergono anche buone notizie per l’Italia, che si aggiudica il secondo posto in graduatoria, dietro ai tedeschi, per uguaglianza di genere. Un risultato che deriva dalla combinazione dei bassi tassi di mortalità materna, del numero di donne che siedono in Parlamento e del lieve divario tra maschi e femmine nell’accesso alla scuola secondaria e al lavoro. In fondo alla classifica dell’uguaglianza di genere si trovano invece India, Indonesia e Brasile. Il nostro Paese spicca inoltre per livelli di emissioni di CO2 inferiori alla media (6,7 milioni di tonnellate, contro 18,1 in Arabia Saudita, 17 in Usa e 16,5 in Australia) e per una percentuale del 100% di popolazione che ha accesso all’acqua. L’Italia, infine, è in sesta posizione tra i Paesi del G20 più sicuri per i bambini: Regno Unito, Germania e Giappone sono i Paesi più sicuri, mentre in Sudafrica, Brasile e Messico la sicurezza dei bambini è maggiormente a rischio.
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