Alone in Berlin, il film inglese di Vincent Perez in concorso alla 66° edizione della Berlinale, riporta ai tedeschi la Berlino dell’epoca nazista. Emma Thompson (Saving Mr Banks), Brendan Gleeson (Harry Potter 4, 5 e 7) e Daniel Bruhl (Rush) lo hanno presentato oggi. Intanto anche Julianne Moore (Still Alice) e Greta Gerwig (Mistress America) sono intervenute al Festival con il loro ultimo film, Maggie’s plan, nella sezione Panorama; grande assente Ethan Hawke (Boyhood).
Alone in Berlin è tratto dall’ultimo romanzo dello scrittore tedesco Hans Fallada, Ogni uomo muore solo, del 1947, definito da Primo Levi “uno dei più bei libri sulla resistenza tedesca contro il nazismo“. Il regista e attore Vincent Perez alla Berlinale racconta: “Dopo aver letto il libro volevo che il mio film ne riproducesse le sensazioni. Volevo ricreare le atmosfere della Berlino di quegli anni”.
Il film, come il romanzo, racconta la storia vera di Anna e Otto Quagel, una normale coppia di berlinesi che nel giugno del 1940 riceve la notizia della morte al fronte del loro unico figlio. In quel momento crolla in loro la fiducia nel Fuhrer, realizzano la portata della menzogna del Reich tedesco e cominciano la loro personale piccola lotta di resistenza al nazismo. Otto (Brendan Gleeson) e Anna (Emma Thompson) iniziano a diffondere idee avverse al regime scrivendo messaggi sul retro di cartoline che lasciano sulle scale degli edifici popolari. Ma le SS e la Gestapo sono sulle loro tracce.
“Non si tratta di un film politico ma di un film sulle emozioni” dice il regista, e alle incalzanti domande della stampa sul tema del ritorno del nazismo e dei movimenti razzisti in Germania e nel mondo Emma risponde con charme e grande spirito: “Una gran bella domanda per un film che parla… di qualcos’altro”. “Questo film parla di coraggio -prosegue l’attrice inglese-, è il ritratto di un matrimonio che nel dolore riesce a rinnovare il proprio amore”.
Alone in Berlin è davvero la fotografia di un’epoca e di un particolare momento storico visto e vissuto attraverso l‘esperienza di una coppia ordinaria che riesce a compiere un atto di eccezionale coraggio all’interno di una vita tranquilla e silenziosa. Tuttavia il film è stato girato completamente in inglese (“Anche perché il mio tedesco è pessimo” scherza Emma), e Perez è costretto a giustificare la scelta con furbizia: “Volevamo che il film avesse un respiro internazionale–dice il regista-, non solo tedesco. Perché si tratta di una storia che in realtà riguarda l’Europa intera”. L’attrice inglese sottoscrive a pieno questa idea e aggiunge: “E’ una storia rilevante per ogni popolo che abbia vissuto l’oppressione di un regime dittatoriale”.
Di tutt’altro genere è il film presentato da Julianne Moore, Maggie’s plan, di Rebecca Miller. L’attrice statunitense, bellissima nella sua semplicità, racconta, insieme alla giovane Greta Gerwig, questa commedia brillante sul matrimonio e sul tradimento dal sapore molto femminile, ma confessa: “E’ stato interessante anche lavorare con Ethan, è molto sexy”.
Laureata in Lettere, amante dell’arte, dello spettacolo e delle scienze umane, autrice di testi di critica cinematografica e televisiva. Ha insegnato nella scuola pubblica e privata; da anni scrive ed esplora con passione le sconfinate possibilità della comunicazione nel web.
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