La Banca Nazionale Svizzera ha annunciato l’abolizione della soglia minima del cambio di 1,20 franchi per un euro, stabilita nel settembre del 2011.
Questa misura – spiega un comunicato della Bns, l’Istituto di emissione per le banconote e le monete dei franchi svizzeri – è stata introdotta “in un momento di estrema sopravvalutazione del franco e di forte inquietudine dei mercati finanziari” e ha permesso di “preservare l’economia svizzera da gravi danni. Il franco resta a un livello elevato ma dall’introduzione della soglia minima la sua sopravvalutazione si è complessivamente attenuata. L’economia ha potuto approfittare di questa fase per adattarsi alla nuova situazione”.
“Recentemente, le divergenze tra le politiche monetarie delle maggiori aree monetarie sono aumentate significativamente – si legge ancora – una tendenza che è destinata a diventare ancora più pronunciata. L’euro si è considerevolmente deprezzato rispetto al dollaro statunitense, e questo ha causato un indebolimento del franco svizzero rispetto alla stessa divisa”.
Per questo la Banca Svizzera ha concluso che mantenere un cambio fisso sull’Euro “non è più giustificato”. Non solo. Oltre l’eliminazione della soglia sulla divisa, sono stati tagliati i tassi di interessi di 0,5 punti sugli averi superiori ad un determinato importo, fissandolo a -75% e ha abbassato il margine di fluttuazione del Libor a tre mesi tra -1,25% e 0,25%.
“La Banca Nazionale Svizzera continuerà a tenere conto della situazione del cambio di divisa per formulare le politiche monetarie future – concludono i vertici di Berna – e se necessario, rimarrà attiva nel mercato del cambio estero allo scopo di influenzare le condizioni monetarie”.
L’annuncio ha avuto immediate ripercussioni sul mercato internazionale e ha visto un rafforzamento del franco, al momento salito a 1,16, sull’euro. La moneta svizzera sale del 30% su quella europea e del 25% sul dollaro, generando un effetto traino anche per la moneta europea, che torna sopra quota 1,17 dollari dopo essere crollato ai minimi da 11 anni a 1,1575 dollari. Le reazioni delle borse però sono contrastanti, probabilmente a causa delle incertezze del mercato sulla scelta della BNS: crolla Zurigo, che scende di quasi 7 punti percentuali, così come crollano grandi esportatori come Swatch (-10%) e colossi bancari come Credit Suisse (-8,2%) e Ubs (-7,7%).
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